Era prevedibile !
La dichiarazione di Veltroni, di non candidarsi alle elezioni
del 2013, si è abbattuta come un’onda anomala sul PD, costringendo molti notabili
del partito a scuotersi dal torpore e, forse, a riprogettarsi un nuovo futuro.
Infatti, rassicurati dalle previsioni elaborate dai
sondaggisti, che continuano ad ipotizzare la probabile vittoria del
centrosinistra, molti di coloro, che da decenni hanno eletto il Parlamento come
fissa dimora, già confidavano di poter arricchire il loro curriculum di un
quarto, quinto o sesto mandato parlamentare.
Ma è arrivata, improvvisa, l’onda anomala che ha messe a
soqquadro le loro illusioni.
Un marinaio, quando è frullato, insieme alla sua
barca, dall’impatto con un’onda anomala, mantiene i nervi saldi e si preoccupa
di verificare i danni subiti per accertare se esistano ancora le condizioni di
navigabilità.
Per questo, Massimo D’Alema, che vanta una qualche esperienza di
mare, ha subito compreso come fare per appurare il suo presupposto di
navigabilità, ed ha dichiarato con astuzia: “… potrò
candidarmi se il partito mi chiede di farlo”.
Già, ma a chi alludeva indicando l’astratto partito ?
Evidentemente al tremebondo segretario del PD, Pierluigi
Bersani che, però, messo alle strette ha dichiarato, con imbarazzo: “io non chiedo a nessuno di candidarsi”.
Ascoltando queste parole, mentre D’Alema avrà intuito di
essere stato scaricato anche da Bersani, un gongolante Matteo Renzi avrà
pensato, tra sé e sé, “e vai … siamo a fuori
due”.
Se poi, come si vocifera, Pierluigi Castagnetti, Ugo Sposetti, Paolo
Giarretta e Tiziano Treu dovessero confermare la loro intenzione di non
ricandidarsi, per rispettare il limite dei tre mandati, contemplato dallo
statuto del PD, per il sindaco di Firenze si tratterebbe già di un primo
successo.
La bizzarria è che questa onda anomala, scatenata da Veltroni,
ha finito per portare acqua al mulino del “rottamatore”
che si è trovato a beneficiare dell’aiuto da parte di uno dei suoi possibili rottamandi.
Ora, però, supponendo che il preconizzato esodo si
realizzi effettivamente, sorge un primo dubbio: il PD ha in panchina giovani rimpiazzi,
capaci e politicamente equipaggiati, pronti per essere gettati nell’agone ?
Tuttavia, a generare maggiore inquietudine è il secondo dubbio: non sarà
che, nel caso le elezioni siano vinte dal centrosinistra, nella compagine
governativa ci ritroveremmo ancora, come ministri, i “non più candidati” ?
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