Era ora che Mario Monti si svegliasse dal lungo letargo in
cui era sprofondato dopo essersi accanito, con efferatezza, a sparare balzelli
a raffica contro gli italiani.
Mi domando se fosse proprio necessario attendere che
venissero alla luce le nefandezze di Fiorito & Co., perché Monti comprendesse
che sarebbe stato suo dovere intervenire per arginare gli sperperi, di denaro
pubblico, commessi dalla politica.
Prima di prendere di mira lavoratori e pensionati, prima
di imporre nuove gabelle agli italiani, sarebbe stato ragionevole attendersi che
il Professore si dedicasse, da subito con determinazione e zelo, a moralizzare
gli sperperi del denaro pubblico che è, d’altra parte, sempre denaro dei
contribuenti.
Questa volta, perciò, non mi consola per nulla il detto “meglio tardi che mai”.
C’è solo da augurarsi che questo sia l’inizio di un
percorso, per la moralizzazione della spesa pubblica, che il Governo Monti
voglia imboccare finalmente con serietà e fermezza.
Così come c’è da sperare che Monti non faccia marcia
indietro, sui tagli decretati alla dilapidazione del denaro pubblico, e non si lasci intenerire
dai piagnistei dei politici e dalle eventuali lamentele dei partiti.
A proposito di piagnistei, mi hanno fatto imbestialire le
parole dell’assessore regionale lombardo, Raffaele Cattaneo, pidiellino doc e
formigoniano di ferro.
Questo sconsiderato individuo, appena appresa la
sforbiciata adottata dal Governo, ha pensato bene di affidare al web la sua afflizione
perché dal 30 novembre riceverà uno stipendio di soli 4.500 euro, invece dei
6.420 euro percepiti fini ad oggi.
“Sono rovinato!” ha dichiarato questo spudorato soggetto, ignorando che
milioni di lavoratori vivono con circa 1.000 euro al mese e centinaia di
migliaia di pensionati campano anche con molto meno.
Il futuro “morto di
fame”, Raffaele Cattaneo, tra l’altro dimentica che, oltre allo stipendio
della Regione, percepisce anche i compensi come consigliere della “SEA” e come membro del Consiglio di sorveglianza
di “Infrastrutture Lombarde SpA”.
Dopo questo vergognoso sfogo, augurerei a Raffaele
Cattaneo, ormai in miseria, di trovarsi un lavoro in una catena di montaggio
oppure in una miniera con un salario mensile di circa 1.000 euro.
Solo così sperimenterebbe che cosa significhi effettivamente la parola “lavorare”, ma soprattutto cosa voglia
dire ”tirare avanti” con soli 1.000 euro
al mese.
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