sabato 13 ottobre 2012

Indegno di un Paese civile


Le sconvolgenti immagini della deprecabile “cattura” di Leonardo, un bambino di 10 anni, da parte di agenti della Polizia di Stato, avvenuta giorni fa in un istituto scolastico di Cittadella, nell’alto padovano, hanno oramai fatto il giro del mondo.
Dal capo della Polizia e dai rappresentanti del Governo sono arrivate le solite scuse ufficiali di circostanza, inevitabili di fronte alle inquietanti immagini della violenza usata nei confronti di un minore.
Nonostante l’amarezza e lo squallore di questa vicenda, però, c’è stato chi, Alessandra Mussolini, pur di appagare la sua voglia di protagonismo, si è servita del solito “lei non sa chi sono io” per introdursi nella casa famiglia che ospita il piccolo Leonardo, già ampiamente sconvolto.
La vera vittima di questa triste storia è soltanto lui, il piccolo Leonardo, oltraggiato e violentato dai suoi stessi genitori, dagli avvocati, dal magistrato di Venezia, ed infine dalla polizia, all’unico scopo di dirimere penose beghe di un matrimonio finito male.
Una violenza che Leonardo si porterà nel cuore per tutta la vita.
Che cosa il bambino volesse far capire ai poliziotti, nel momento della cattura, dimenandosi, urlando la sua rabbia, implorando l’aiuto del nonno, non lo sapremo mai.
Così come non sapremo mai cosa ci facesse, sul posto, la polizia scientifica, munita di telecamera, per riprendere la scena.
Sembra, infatti, che, denunziando, alla procura di Padova, la zia ed il nonno di Leonardo, per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale ed inosservanza di un provvedimento dell’autorità giudiziaria, la Questura di Padova abbia prodotto, come prova, un video girato dalla polizia scientifica.
Un video che dovrebbe discolpare i poliziotti, dimostrando che ad afferrare con forza il bambino per le gambe ed a trascinarlo, come se fosse una carriola, non sia stato un poliziotto bensì il padre.
E con ciò ?
Non sarebbe stato preciso dovere dei poliziotti tutelare il minore ed impedire al padre di usare tanta violenza nei confronti del figlio, invece di assecondarlo nella sua brutalità ?
Anche questa domanda resterà senza risposta.

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