Alla fine, Rosy Bindi e Massimo D’Alema, in odore di “rottamazione”, l’hanno avuta vinta per rendere
difficile la vita a Matteo Renzi.
Così Bersani, confermandosi senza nerbo, ha assecondate le
pretese di quella parte, della vecchia nomenclatura del partito, che terrificata
dall’idea di essere rottamata da Renzi, ha ottenuto il cambio delle regole
del gioco.
A questo punto, a Pierluigi Bersani non rimaneva che far
ricorso a tutto il bagaglio d’ipocrisia, di cui è dotato, per affermare che “l’unica regola che si cambia in corso d’opera
è la regola statutaria che riguarda il diritto del segretario ed è una regola
di apertura”.
Ma Pierluigi Bersani “ci
sei o ci fai” ?
Non è la modifica dello statuto, per ammettere la pluralità di
candidature, a suscitare polemiche e critiche da ogni parte, ma è il cambio in
corsa delle regole per le primarie !
Potrà sembrare ingenua la domanda, ma perché non possano essere
utilizzabili, anche questa volta, le regole adottate per tutte le precedenti primarie
del PD, anche per quelle che hanno viste le vittorie di Prodi, Veltroni e dello
stesso Bersani ?
Anch’io, anni fa, se ben ricordo in due occasioni, sono
stato in uno dei gazebi e, dopo aver versato l’obolo previsto, ho votato.
Questa volta, però, sicuramente non mi scomoderei per votare
alle primarie neppure se fossi convinto sostenitore di uno dei candidati.
Ma scherziamo ?
Ritengo aberrante pretendere che, per votare alle primarie
del PD, uno debba sottoporsi alla “schedatura”.
Non so se, al momento della “schedatura”, oltre ai dati personali, Bersani richieda anche le
impronte digitali, ma è certo che con questa perversa regola, imposta sicuramente
dai ruderi della vecchia nomenclatura reazionaria, si vuole limitare la partecipazione
libera dei cittadini.
Non solo, ma siccome l’elenco degli “schedati” sarà reso pubblico, si violerà il
diritto alla segretezza del voto, sancito dall’art. 48, comma 2, della
Costituzione,.
Infatti, trattandosi delle primarie di un'area politica, chiaramente
identificata, chiunque potrà conoscere le simpatie politiche degli “schedati”.
Alla “schedatura”
si aggiunge, anche, la strana novità del ricorso al doppio turno, mai
utilizzato in tutte le precedenti primarie del PD.
Mi scusi Bersani, mi permetta una domanda: ma invece di mettere in
piedi tutto questo casino, per impedire a Renzi di vincere, non sarebbe stato
più semplice eliminarlo fisicamente … magari offrendogli un caffè preparato dalle mani amorevoli di Rosy Bindi
?
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