Gli scandali della Regione Lazio, che hanno costretta alle
dimissioni la presidente Renata Polverini ed allo scioglimento del consiglio
regionale, sono stati semplicemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso
delle difficoltà e delle insofferenze che, da tempo, scuotono il PdL.
Se perfino Fabrizio Cicchitto, fedelissimo scudiero di
Berlusconi, è giunto al punto di uscire allo scoperto dichiarando, in un’intervista
a “La Stampa”, “sono mesi che aspettiamo Godot”, vuol
dire che, nel PdL, è stato superato il livello di guardia.
La conferma del profondo disagio traspare anche dalle
parole di Franco Frattini che ha affermato “oramai
PdL è diventato l’acronimo di partito dei ladri !”.
Eppure, a sorpresa, mentre il PdL è in ebollizione, il suo
padre-padrone, Silvio Berlusconi, molla tutto e corre a Mosca per festeggiare
il 60mo compleanno del suo grande amico “comunista”,
Vladimir Putin.
Come decodificare questa scelta di Berlusconi ?
Quale messaggio avrà voluto dare ai suoi scudieri,
lasciandoli in ambascia mentre lui volava a festeggiare Putin ?
Nel tentativo di leggere cosa frulli nella testa del signore
di Arcore, è opportuno, probabilmente, partire dai segnali che trapelano dai sondaggi, anche da quelli realizzati dai “sondaggisti
della casa”.
Il consenso elettorale del PdL continua ad essere in
caduta libera, al punto che, per il secondo posto, il PdL se la dovrebbe giocare in un
testa a testa con il M5S di Beppe Grillo.
Solo per questo Berlusconi, abituato a primeggiare, a
volte anche truccando le carte, continua a fare il Godot ed evita di sciogliere
la riserva sulla sua possibile candidatura.
D'altra parte, la dilagante conflittualità intestina, tra
ex di “Forza Italia” ed ex di “AN”, è la prova che, nel partito, non
esista più quel collante di tacita sudditanza al
padre-padrone, che, fino a ieri, ha consentito a Berlusconi di imporre la sua
volontà anche quando non c’era condivisione.
Di questo Berlusconi se n’è reso conto e, perciò, fantastica
di gettare alle ortiche il PdL, ed i suoi dirigenti, per dedicarsi alla
creazione di un nuovo soggetto politico con nuovi protagonisti e nuove facce.
Ma è proprio contro questa ambizione di totale
rinnovamento che si levano alte le voci di dissenso, soprattutto da parte dei vecchi
marpioni che preavvertono la loro defenestrazione.
Le resistenze ad un possibile processo di rigenerazione, vagheggiato
da Berlusconi, si manifestano con chiarezza nelle parole di Fabrizio Cicchitto:
“Esistono giovani bravissimi, compressi
da anziani prepotenti, ma esistono anche personalità mature che hanno un loro
prestigio e che sono in grado di dare contributi positivi.”
Pronunciate da uno che è parlamentare dal 1976, queste
parole la dicono lunga su quali e quanti ostacoli si oppongano al
rinnovamento non solo del PdL ma di tutta la politica italiana.
Per questo, probabilmente, Berlusconi ha voluto allontanarsi dall’aria
ormai irrespirabile del PdL, sperando che, in sua assenza, dal marasma generale
nasca la consapevolezza che l'unica via di uscita, in vista delle elezioni 2013, sia la creazione di un nuovo soggetto politico che soppianti il PdL, anche con il ricambio totale dei suoi quadri dirigenti.
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