lunedì 23 aprile 2012

Dov’è il nuovo che avanza ?


Invece di darsi da fare per sollevare le sorti di un Paese in gravi difficoltà, assillato da un angosciante livello di disoccupazione soprattutto giovanile, da una seria recessione, e da un dilagante disagio, i soliti politici si trastullano nel fantasticare nuovi partiti ed improbabili alleanze, rimuginando sulle elezioni politiche 2013.
Sembra proprio che questi politici siano incapaci di comprendere come la loro indifferenza verso i problemi reali degli italiani, ed il continuo venire a galla di ruberie, corruzioni, abusi, favoriscano sentimenti di insofferenza che finiranno per allontanare sempre più gli elettori dalle urne.
Frenare ed invertire la crescente insofferenza popolare sarà impossibile fino a quando le stanze dei bottoni dei partiti saranno governate da vecchi mestieranti, resi obsoleti dal lungo bivaccare in parlamento.
Non è realistico attendersi che questi signori vogliano e sappiano progettare un qualsiasi tipo di rinnovamento.
Un rinnovamento, infatti, imporrebbe loro di farsi da parte, rinunciare a vivere nell’agiatezza a spese dello Stato, ma soprattutto cedere il passo a nuove forze, a nuove capacità, ad un nuovo modo di rapportarsi con i bisogni della gente.
Sarebbe un atto di generosità verso il Paese.
Ma quale di questi mestieranti che oggi reggono i partiti e ne provocano il declino sarebbe capace di un gesto di generosità ?
Se sbirciamo nelle stanze dei bottoni intravediamo solo parlamentari che, da anni incollati cocciutamente alle loro poltrone, hanno finito per perdere il contatto con quello che succede nel mondo reale.
Ecco qualche esempio per comprendere come si è concretizzato il processo di mummificazione dei partiti: Pier Luigi Bersani (è in parlamento da 3 legislature), Rosy Bindi (da 5), Roberto Calderoli (da 6), Pier Ferdinando Casini (da 8), Fabrizio Cicchitto (da 6), Massimo D’Alema (da 7), Gianfranco Fini (da 8), Maurizio Gasparri (da 6), Ignazio La Russa (da 6),  Francesco Rutelli (da 6), Livia Turco (da 7), Walter Veltroni (da 6), e potremmo continuare ancora a lungo.
Chi di queste mummie partitiche, anestetizzate dalla confortevole vita parlamentare, sarebbe disposto a passare il testimone ad una nuova classe dirigente, senza che sia la rabbia degli elettori a cacciarli a calci nel sedere ?   


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