Credo che nessun
operatore finanziario potesse prevedere che i mercati reagissero così prontamente al comizio che Berlusconi ha tenuto domenica alla Fiera di Milano.
Un comizio, alla
presenza di qualche centinaio di fanatici berluscones, per comunicare la sua proposta shock, immediatamente
ribattezzata proposta sciocca.
Restituzione agli
italiani dell’IMU, pagata nel 2012, accompagnata dalla definitiva cancellazione
dell’IMU.
Non vale la pena
soffermarsi a dimostrare quanto siano sconclusionate, irrealizzabili e prive di
buonsenso queste boutade da campagna elettorale, dette dal Cavaliere.
Mi limiterò solo a segnalare
che Berlusconi, e l’altissima eminenza grigia che lo aiuta a partorire queste
stupidaggini, tale Renato Brunetta, sostengono che l’operazione costerebbe 4
miliardi quando, invece, anche uno scolaretto delle elementari sarebbe in grado
di rispondere al suo maestro che sarebbero necessari almeno 8 miliardi, nel
2013.
Perfino lo stesso Giulio
Tremonti, già ministro dell’economia e delle finanze del governo Berlusconi, ed
oggi suo alleato nel centrodestra, si è dichiarato scettico sulla realizzabilità
di queste proposte.
Fatto sta che le fanfaronate
berlusconiane si sono diffuse, rapidamente, attraverso l’etere e la carta
stampata, e molti italiani boccaloni sono già incantati da questa ennesima fantasticheria.
A non farsi incantare,
invece, sono i mercati finanziari, ai quali ricominciano a tremare i polsi di
fronte alla prospettiva che, se Berlusconi dovesse vincere le elezioni, l’Italia
si ritroverebbe a correre verso il default.
E, siccome nessuno di
noi, con la testa sulle spalle, investirebbe in un’impresa a rischio di fallimento,
lo spread nel giro di poche ore ha ricominciato a salire rendendo più cari gli
interessi che l’Italia dovrà pagare sulle prossime emissioni di titoli di
Stato.
L’entourage di lacchè
berlusconiani si è affrettato a dire che la colpa è del pasticcio MPS, ma mente,
sapendo di mentire, proprio perché il caso MPS, scoppiato oltre 10 giorni fa,
non ha prodotto alcun effetto sullo spread che, fino ad ieri, si è mantenuto su
livelli costanti.
Il problema, però, è
che le barzellette di Berlusconi sull’IMU in poche ore hanno fatto il giro del
mondo, e sia Financial Times che il Wall Street Journal sono usciti, subito,
con editoriali che ipotizzano scenari non rassicuranti sull’affidabilità di una
Italia governata da Berlusconi.
Non solo, ma sulle
scrivanie dei più importanti economisti, è già arrivato un rapporto di JP
Morgan, la banca d’affari americana, che pur dicendosi scettica sull’eventualità
che Berlusconi possa vincere le elezioni, tuttavia ipotizza il probabile
scenario in cui potrebbe trovarsi il nostro Paese.
Un’angoscia!
Ritornerebbero le
tensioni sui mercati finanziari, l’Italia, in debito di credibilità,
incontrerebbe difficoltà a piazzare i suoi titoli di Stato, anche a tassi
elevati ed insostenibili, per cui sarebbe costretta a chiedere aiuto all’UE per
accedere al Fondo Salva Stati, ma incontrerebbe la ferma opposizione dei Paesi
nordici che finirebbero per mettere in difficoltà anche Mario Draghi e la BCE.
L’Italia, a quel punto,
correrebbe senza freni verso il default, e per evitarlo non ci sarebbe altra
via di uscita che il commissariamento.
Mi auguro che JP Morgan
si sbagli, ma soprattutto che il risultato delle elezioni non gli dia ragione.
Lo
scoprirò, come tutti, la mattina del 26 febbraio prossimo.
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