L’unica nota positiva di questa tornata elettorale è la certezza che ci
sarà risparmiato lo sgradevole spettacolo di Berlusconi ubriaco.
Nel corso di un comizio a Milano, infatti, il Cavaliere aveva promesso che
avrebbe presa una solenne sbornia se la lista, Scelta Civica con Monti, fosse stata
esclusa dal Parlamento.
Aldilà, però, di esserci sottratti a questa disgustosa performance, i
risultati elettorali non offrono alcun motivo per rallegrarsi.
La evidenza d’ingovernabilità, uscita dalle urne, in meno di 24 ore ha
già prodotti i primi effetti negativi.
Non solo la borsa ha fatto registrare un sonoro tonfo, ma lo spread ha
ripreso ad impennarsi con le inevitabili ripercussioni sui tassi di interesse
dei nostri titoli di Stato.
Anche se l’insigne economista di Arcore considera lo spread solo “un imbroglio”, ieri i BOT semestrali sono stati collocati con un tasso d’interesse dell’1,23%,
contro lo 0,73% di quindici giorni fa, il che ha comportato un maggiore costo
per le finanze pubbliche, e quindi per tutti noi, di € 42.500.000.
Già si prevedono almeno 2 punti in più di interesse che lo Stato, e
quindi noi italiani, dovremo pagare sulle emissioni di titoli a medio e lungo
termine.
Temo, purtroppo, che queste avvisaglie rappresentino solo l’aperitivo di
un amaro pasto che ci toccherà mangiare nei prossimi mesi.
Sono questi, infatti, i primi indicatori determinati da un risultato
elettorale che ha visto vincitore perdente Bersani e la coalizione di
centrosinistra, ed un assodato vincitore, Beppe Grillo con il suo M5S.
Lo tsunami Grillo si è abbattuto sullo scenario politico mandando
all'aria le certezze di Bersani che già si apprestava a far scorrere fiumi di
champagne per festeggiare il suo ingresso a Palazzo Chigi.
Di fronte alla sua palese incapacità di gestire il vantaggio di 5 o 6
punti percentuali che, solo quindici giorni fa, i sondaggisti ancora gli accreditavano,
era ragionevole attendersi, da Bersani, un gesto di onestà intellettuale, le
dimissioni.
Invece l’idea non deve averlo neppure sfiorato se, nonostante la batosta,
insista nell’immaginarsi a capo del futuro governo.
È evidente che o ha cattivi consiglieri, oppure non ha intelligenza e serenità
per rendersi conto in quale cul de sac
ha infilato il suo partito, ma soprattutto il nostro Paese.
Convintosi di essere un leader, dopo aver vinte le primarie taroccate,
non ha saputo cogliere il vento di rinnovamento che imperversava sulla politica
italiana, ed ha fatto assegnamento sull’avvizzita nomenklatura del PD.
Così è andato a sbattere contro il M5S che, invece, ha saputo tesaurizzare
i sentimenti di disgusto verso il degradato ed inefficace modo di intendere la
politica, ed ha cavalcato il bisogno di cambiamento.
Di certo Grillo, e M5S, sono i veri protagonisti nuovi di questa tornata
elettorale, pur rappresentando, però, anche la indecifrabile incognita del come
vorranno e sapranno gestire il mandato che il 25% degli elettori ha conferito
loro.
Solo in parte sorprendente, invece, la rimonta realizzata dall’armata
brancaleone del centrodestra, grazie al guitto imbonitore, Berlusconi, che si è
speso, ancora una volta, promettendo agli elettori la luna nel pozzo.
Se ancora ce ne fosse bisogno, questi risultati elettorali confermano che
almeno metà degli italiani, quando è nella cabina elettorale, vota con la
pancia.
La quarta forza, presente nel futuro Parlamento, sarà rappresentata dagli
eletti della lista Scelta Civica con Monti.
Molti opinionisti hanno giudicato un flop il risultato ottenuto da questo
movimento politico che, secondo loro, sarebbe stato inferiore alle attese.
Personalmente non condivido questo giudizio, prima di tutto per il
rispetto dovuto agli oltre 3.200.000 di elettori che hanno espresso il loro
voto a favore di una formazione del tutto nuova, e poi perché si tratta di un
movimento che ha preso forma soli 50 giorni prima dell’appuntamento elettorale,
con carenza di strutture e mezzi per affrontare una competizione politica così esacerbata.
Una
riflessione a parte, invece, meritano gli insuccessi delle ali estreme dello
scenario politico, solo due delle quali entreranno in Parlamento grazie al
traino delle coalizioni di appartenenza, mentre tutte le altre saranno
costrette a tornarsene a casa con le pive nel sacco.
2 commenti:
Buon giorno Alex,
1) Mi offende vivere in un Paese abitato, per metà, da imbecilli e mascalzoni, gente che crede a Berlusconi per grullaggine e gente che ne ha bisogno per continuare a fare i suoi piccoli traffici al riparo da qualsiasi regola.
2) Sono contento dell'affermazione straordinaria del movimento 5 stelle, in contraddizione con quanto ho pensato in questi mesi. Sono contento, innanzitutto perché la fluidità di un movimento ha vinto sulla rigidità dei partiti. Poi perché manderà in Parlamento gente giovane e, per ora, pulita.
3) Infine perché minaccia il centrosinistra: “Attenti, se continuate così, sarete spazzati via”, dovranno far fuori i vecchi dirigenti, rivedere la scala di priorità, ricominciare da capo. Con umiltà. È vero, L'Italia è a rischio. Lo era anche prima. Adesso, almeno, possiamo sperare in un miracolo: il Paese salvato dai Grillini?
Cordialmente
Umberto Marielli
Buona sera Umberto !
Sicuramente il M5S rappresenterà una ventata di aria nuova nel polveroso Parlamento, a patto, però che assuma comportamenti propositivi e responsabili, il che è tutto da dimostrare.
La contestuale dieta dimagrante alla quale gli elettori hanno sottoposti sia il PD che il PdL e la Lega, produrrà sicuramente effetti laceranti al loro interno.
Resta però il problema Italia con la sua affidabilità economica e finanziaria.
Se alle scelte fatte dal governo Monti non sarà dato seguito, il Paese e noi tutti rischiamo veramente grosso.
Solo tra martedì e mercoledì le aste dei titoli di Stato ci sono costate più di 367 milioni di euro per maggiori interessi, ed il perdurare del rischio di ingovernabilità causerà un boccone amaro da digerire.
Io non credo ai miracoli per cui ...
In attesa di nuovi tuoi commenti che apprezzo sempre molto, un cordiale saluto.
Alex
Posta un commento