Alla fine Angelino Alfano sembra averla spuntata, con
disappunto di Berlusconi e dei suoi fedelissimi scudieri.
Il prossimo 16 dicembre, quello che ancora sopravvive
delle truppe cammellate del PdL dovrebbe eleggere, con le primarie, il
candidato premier.
Uso il condizionale, per cautela, perché, dopo settimane
di tira e molla e di accesi confronti, non mi stupirebbe che con un colpo di
coda Berlusconi riuscisse a mandare tutto all’aria.
Infatti, che le primarie siano indigeste a Berlusconi lo si
può intuire dalle reazioni isteriche e spropositate di Sandro Bondi, il
fedelissimo verseggiatore e staffiere del padre-padrone.
Bondi ha perso il suo self-control infiammando una vivace
polemica con un altro staffiere berlusconiano, Fabrizio Cicchitto.
Bondi è sbottato dicendo: “le scelte più importanti sono decise, nel PdL, da La Russa e dalla
corrente trasversale … che ormai impongono le proprie decisioni ad un partito
diviso e smarrito”.
Parole durissime, in bocca a colui che, fino a poche ore
prima, si affannava a sostenere che nel PdL tutto filava perfettamente.
Parole che appaiono così gravi da far supporre che si sia giunti
alla resa dei conti tra le diverse anime pidielline.
A poco più di quattro mesi dalle elezioni queste parole suonano
come il necrologio del PdL.
Conoscendo, però, il grigiore personale di Bondi ed il suo
servilismo nei riguardi di Berlusconi, stento a credere che ciò che ha detto
sia farina del suo sacco.
Ed allora ?
Ricordiamo che non sono trascorsi molti giorni da
quando, tra il serio ed il faceto, Berlusconi aveva promesso che avrebbe tirato
fuori dal cilindro un dinosauro.
Per questo, ad esempio, potrebbe darsi che nell’attesa che
salti fuori il dinosauro, a Bondi sia stato affidato il compito dello
sfasciacarrozze per preparare la strada al definitivo distacco di Berlusconi
dal PdL.
A Berlusconi serve un pretesto per liberarsi del PdL.
Pretesto che potrebbe essergli offerto dal
flop delle primarie.
Resosi conto, infatti, che la sua leadership nel partito è
sempre più appannata, Berlusconi, che non è certo tipo da accettare ruoli di
secondo piano, potrebbe avere in animo di progettare davvero un “coup de theatre”.
Potrebbe trattarsi, ad esempio, di una nuova formazione
politica con le candidature di alcuni fedelissimi, in uscita dal PdL, e di
qualche nuovo soggetto che gli assicuri fedeltà cieca ed assoluta.
Al vertice di questa formazione perché non ipotizzare Marina
Berlusconi ?
Berlusconi ha assoluto bisogno, infatti, per continuare a
curare gli interessi suoi e delle sue imprese, di mantenere una presenza attiva
in Parlamento.
Ed Alfano ?
Alfano si gioca tutto con le primarie.
Se la sua leadership dovesse uscire indebolita dalle primarie, per la dispersione
dei voti tra le troppe candidature in corsa, allora nel PdL si scatenerebbe una
guerra senza esclusione di colpi e dall’esito inimmaginabile.
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