Fra qualche giorno, dopo tanto ciarlare, finalmente si
consumerà il rito delle primarie del PD, con la coda, quasi certa, del
ballottaggio.
Incerte, invece, le primarie del PdL, nonostante nelle
gabbie di partenza continuino ad allinearsi ronzini e puledri.
Prima che possano sgabbiare verso la pista delle primarie,
però, occorrerà attendere il verbo del padre-padrone, Berlusconi, che
deciderà se la competizione s’ha da fare, chi potrà parteciparvi e con quali
regole.
Lasciamo le nebbie che avvolgono il PdL, e parliamo dei “magnifici cinque”, del PD, che in
questi giorni sparano le loro ultime cartucce per convincere gli indecisi.
Non so quanti saranno gli italiani che decideranno,
domenica, di trascorrere, in fila, il loro giorno festivo per sostenere questo
o quel candidato.
Ignoro, anche, in base a quali valutazioni politiche, questi
volenterosi decideranno di scegliere uno dei cinque contendenti.
Può darsi che dopo decenni di una politica fatta
di promesse, chimeriche ed inverosimili, io sia diventato così diffidente e cinico
da non cogliere elementi di fattibilità
nei programmi dei “magnifici cinque”, ma devo ammettere di essere molto scettico.
Ad esempio, tutti si sono spesi nel promettere più lavoro,
soprattutto per i giovani.
Nessuno, però, ha chiarito come pensa di poter creare più
posti di lavoro, con quali investimenti ed in quali comparti economici, ma
soprattutto con quali tempi.
Per creare più posti di lavoro, infatti, si dovrebbe
rivitalizzare un’economia reale che è in una fase acuta di recessione
effettiva; recessione che non costituisce una variabile indipendente se si vuole
creare nuova occupazione.
Siccome, però, nessuno dei “magnifici cinque” ha detto come intende contrastare la recessione, credo sia legittimo domandarsi se la promessa di nuovi posti di lavoro sia l'ennesima bufala di politici lestofanti.
Gli stessi dubbi avvolgono anche le promesse sul welfare.
Sarebbe stupendo se a tutti gli italiani, ma soprattutto
alle fasce meno abbienti, fossero garantite condizioni di benessere eccellenti,
nella sanità come nell’assistenza agli anziani, nel sostegno alla
disoccupazione come in soccorso alle famiglie più povere e più numerose.
Purtroppo, però, non è un mistero per nessuno che il
debito pubblico, prossimo ai 2.000 miliardi di euro, già oggi renda precari i
livelli attuali di welfare.
Di fronte a questo dato di fatto nessuno, dei “magnifici cinque”, ha indicato dove e
come pensi di tirare fuori le risorse necessarie per realizzare quel salto di
qualità del welfare che si sta promettendo agli italiani.
Insomma, nulla di nuovo sotto al cielo della politica
italiana !
Anche i “magnifici
cinque” hanno dimostrato, in queste settimane, di essere così avulsi dalla
realtà del Paese, da apparire come imbonitori, che si aggirano per le piazze esibendo
solo una valigia dei sogni.
C’è da rimanere perplessi e preoccupati se si pensa che quello dei “magnifici cinque”, che riuscirà vincitore
delle primarie, si candiderà come capo del futuro governo.
Speriamo che la buona sorte ci assista !
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