martedì 20 novembre 2012

Lo squallore di questa politica

 
Nonostante le batoste prese in Sicilia, nonostante l’elevato indice di assenteismo che denunzia l’insofferenza degli italiani verso questi partiti, nonostante l’incalzante successo di cui è accreditato il movimento di Beppe Grillo, che fanno Alfano, Bersani, Casini e le loro cricche ?
Mentre l’Italia langue, loro si preoccupano solo di fregarsi, a vicenda, sul criterio per spartirsi le future poltrone del Parlamento.
Che squallore !
Possibile che siano così ottusi da non essere riusciti ad afferrare e decodificare i mille segnali, forti e chiari, che gli italiani da tempo indirizzano loro ?
L’ultimo segnale è giunto, in questi giorni, dagli elettori della Valle d’Aosta.
Domenica, 18 novembre, era in programma il referendum propositivo che sottoponeva agli elettori valdostani l’approvazione, o meno, della decisione, già presa dagli amministratori locali, di costruire un impianto per il trattamento a caldo dei rifiuti.
Gli amministratori, al governo della Regione Autonoma, si sono spesi in una vigorosa campagna per dissuadere i valdostani da recarsi alle urne.
Volevano scongiurare, cioè, che la decisione, di costruire l’impianto, potesse essere cassata dalla legge di iniziativa popolare.
Evidentemente, però, anche in Valle d’Aosta la credibilità della classe politica ed il suo prestigio fanno acqua da tutte le parti.
Infatti, non solo si è recato alle urne il 48,92% degli aventi diritto, superando così il quorum del 45%, ma i valdostani con il 94,02% dei voti validi hanno deciso che l’impianto per il trattamento a caldo dei rifiuti “non s’ha da fare” !
La conseguenza di questo voto è che la legge d’iniziativa popolare, uscita dalle urne, non solo imporrà la modifica dell’attuale legge regionale sui rifiuti (LR 31/2007), ma anche invaliderà sia la assegnazione dei lavori, per la costruzione dell’impianto, sia il contratto per la gestione ventennale del servizio, che gli amministratori avevano incautamente già assegnati.  
Un altro sonoro schiaffo all’arroganza della politica che si ostina a pensare di poter ignorare e calpestare la volontà popolare.  


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