Tra
le doti principali, richieste ad uno stratega, c’è senza dubbio la capacità di
saper progettare il futuro, con intuito ed equilibrio, soprattutto quando
all’orizzonte si profilano scenari tempestosi.
Per
questo, uno stratega che operi sottovalutando, od ignorando i segnali
premonitori di condizioni difficili, è giudicato incapace e lo si invita a
cambiar mestiere.
Ora,
se mutuiamo questo assunto, che è oggetto di studio nelle scuole di management,
e lo caliamo nel contesto della politica italiana, non possiamo che constatare
il fallimento totale di Berlusconi come stratega.
Un
fallimento che ha provocati effetti disastrosi sia sul piano esogeno che su
quello endogeno.
Ad esempio, le
basi, del suo ultimo fallimento politico, le ha poste mentendo, per anni, a se
stesso ed agli italiani sulla congiuntura della crisi, anzi deridendola in ogni
occasione.
Non si era capacitato che, ignorando la realtà, avrebbe finito per capitolare.
Capitolazione che è avvenuta con la consegna a Monti delle chiavi di
Palazzo Chigi, quando oramai, però, i marosi della crisi avevano sbattuta la nave Italia
sugli scogli e resi gli italiani naufraghi.
Incomparabile
esempio di fatua insensatezza !
In precedenza, il 18 novembre 2007, aveva già poste le basi per fallire anche come leader politico, issandosi sul predellino di una autovettura per dar vita
al PdL.
Anche in quel momento era stato incapace di valutare quello che avrebbe potuto accadere.
Non aveva intuito che il suo atteggiamento da
padre-padrone, consentito senza batter ciglio dagli scudieri di Forza Italia,
sarebbe stato un fattore disgregante nell’incontro con i politici, scafati e di
lunga militanza, provenienti da Alleanza Nazionale.
Infatti,
non erano trascorsi neppure tre anni quando si è arrivati al “Altrimenti che fai ? Mi cacci ?”,
urlatogli in faccia da Gianfranco Fini.
Ma,
incapace di comprendere e valutare i perché dei suoi errori, Berlusconi è andato avanti con
menefreghismo e con la spocchia di poter dominare le situazioni.
Dopo
l’uscita di Fini, pur di trattenere gli ex AN, ha concesso loro poltrone ed
onori suscitando, così, un vespaio di gelosie ed invidie interne al PdL che
hanno avuto il loro apogeo nello sbotto collerico con cui, ieri, Sandro Bondi
ha fatto capire quale aria si respiri in via dell’Umiltà.
Un'aria che deve essere davvero irrespirabile se, nel frattempo, è incominciato il “si salvi chi può”,
con la fuoriuscita, da via dell'Umiltà, di personaggi non di secondo piano, come Isabella Bertolini, Gaetano Pecorella, Giorgio
Stracquadanio, Franco Stradella, Fabio Gava, Roberto Antonione, Roberto
Tortoli, Mariella Bocciardo, Giustina Mistretto, Angelo Santori … tanto per
iniziare.
Berlusconi
si è reso colpevole di errori strategici così grossolani da farlo uscire sconfitto,
dapprima da Palazzo Chigi ed oggi dallo stesso partito da lui creato.
Siccome,
però, il lupo perde il pelo ma non il vizio, Berlusconi, che ha oramai
dimostrato di essere non uno stratega ma un viscerale, sta per commettere un
altro grave errore, che questa volta porrà fine definitivamente alla sua
esperienza politica.
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