Uno degli stress più estenuanti, al quale può essere
soggetto un individuo, è quello dell’incertezza su ciò che gli potrà accadere
domani, dopodomani, tra una settimana, tra un mese.
Da qualche tempo sembra che usare l’arma dell’incertezza,
per tenere sulla corda un intero partito politico, sia diventato il passatempo preferito
da Berlusconi.
Dopo aver alternate, per settimane, dichiarazioni, prontamente
smentite, sulla sua possibile ricandidatura alle elezioni 2013, ecco che, nei giorni
scorsi, il cavaliere ha lasciato intendere, invece, che potrebbe tirare fuori dal
cilindro non un banale coniglio ma addirittura un dinosauro.
Si sarà trattato solo di una battuta per mantenere sui
carboni accesi Angelino Alfano e soci, oppure il Mago di Arcore ha in serbo, davvero,
un “coup de theatre” ?
Sfortunatamente, non possedendo doti divinatorie, sono
incapace di prevedere cosa ci possa riservare la genialità del Mago
di Arcore.
Però, posso sempre buttare là un tentativo di leggere, tra
le pieghe dei suoi comportamenti, l’idea bizzarra con la quale Berlusconi potrebbe
sorprendere Angelino Alfano ed i suoi
fedelissimi.
Da accanito divoratore di sondaggi, il cavaliere si è reso
conto, per tempo, che il PdL stava navigando, prua dritta ed a tutta forza,
verso la sicura disfatta elettorale.
Non c’era bisogno, certo, di attendere i risultati delle elezioni
siciliane per capirlo.
Ora, per Berlusconi è insopportabile l’idea che il PdL, figlio
da lui partorito sul predellino di un’auto,
possa finire infamato dal disonore di una disfatta.
Perciò, dopo aver accertato, attraverso amici sondaggisti,
che anche il suo impegno in prima persona non avrebbe salvato il PdL dal tracollo,
Berlusconi escogita una soluzione: cambiare nome e simbolo al PdL, confidando
di poter riuscire a turlupinare gli elettori, ancora una volta, ripresentando
il vecchio partito, però rinnovato con un intervento di chirurgia plastica.
E qui accade l'imprevedibile colpo di scena.
Dopo 77 anni di successi ininterrotti e di applausi a scena aperta, per
la prima volta Berlusconi subisce l’onta di vedere una sua idea bocciata
proprio da quei “lacchè usa e getta”
di cui è stato il padre-padrone.
Superato lo shock da rifiuto, il cavaliere si arrovella
il cervello per correre ai ripari, sempre più preoccupato dal fatto che, senza
un partito che gli ubbidisca alla cieca, non potrebbe contare più su devoti servitori,
pronti a difendere le sue “leggi ad
personam” e gli interessi delle sue aziende.
Oramai è arrivato al punto di diffidare di tutti, si è convinto
di poter contare solo sulla dedizione di alcune amazzoni, come le bellicose Daniela
Santanché e Micaela Biancofiore.
Pensa che ti ripensa, dalla vulcanica immaginazione di
Berlusconi sembra sprigionarsi, finalmente, la nuova brillante idea.
Perché non prendere esempio dal suo amico defunto, Gheddafi,
e non organizzare una falange di amazzoni che, ad un “tombeur de femmes” come lui, sapranno assicurare devozione assoluta
ed eterna ?
Da qui a trasformare la falange in partito il passo è
breve.
A questo punto, al cavaliere resta solo un ultimo problema
da risolvere: come garantire continuità all’unico vero obiettivo che si è
posto fin dal 1994, cioè la certezza che la nuova formazione politica difenda, a spada tratta, gli interessi suoi e delle sue aziende.
Il dilemma ha una risposta scontata: chi può dargli le garanzie
assolute se non un’amazzone di famiglia ?
E qui mi sorge un dubbio !
Vuoi vedere che, come leader del partito delle amazzoni,
il Mago di Arcore tirerà fuori, dal cilindro, un dinosauro che ha già un nome e
cognome ?
“Fusse che fusse” Marina Berlusconi, avrebbe detto Nino Manfredi ?
Nessun commento:
Posta un commento