venerdì 16 novembre 2012

Chi sarà il dinosauro del Mago di Arcore?


Uno degli stress più estenuanti, al quale può essere soggetto un individuo, è quello dell’incertezza su ciò che gli potrà accadere domani, dopodomani, tra una settimana, tra un mese.
Da qualche tempo sembra che usare l’arma dell’incertezza, per tenere sulla corda un intero partito politico, sia diventato il passatempo preferito da Berlusconi.
Dopo aver alternate, per settimane, dichiarazioni, prontamente smentite, sulla sua possibile ricandidatura alle elezioni 2013, ecco che, nei giorni scorsi, il cavaliere ha lasciato intendere, invece, che potrebbe tirare fuori dal cilindro non un banale coniglio ma addirittura un dinosauro.
Si sarà trattato solo di una battuta per mantenere sui carboni accesi Angelino Alfano e soci, oppure il Mago di Arcore ha in serbo, davvero, un “coup de theatre” ?
Sfortunatamente, non possedendo doti divinatorie, sono incapace di prevedere cosa ci possa riservare la genialità del Mago di Arcore.
Però, posso sempre buttare là un tentativo di leggere, tra le pieghe dei suoi comportamenti, l’idea bizzarra con la quale Berlusconi potrebbe sorprendere  Angelino Alfano ed i suoi fedelissimi.
Da accanito divoratore di sondaggi, il cavaliere si è reso conto, per tempo, che il PdL stava navigando, prua dritta ed a tutta forza, verso la sicura disfatta elettorale.
Non c’era bisogno, certo, di attendere i risultati delle elezioni siciliane per capirlo.
Ora, per Berlusconi è insopportabile l’idea che il PdL, figlio da lui partorito sul predellino di un’auto, possa finire infamato dal disonore di una disfatta.
Perciò, dopo aver accertato, attraverso amici sondaggisti, che anche il suo impegno in prima persona non avrebbe salvato il PdL dal tracollo, Berlusconi escogita una soluzione: cambiare nome e simbolo al PdL, confidando di poter riuscire a turlupinare gli elettori, ancora una volta, ripresentando il vecchio partito, però rinnovato con un intervento di chirurgia plastica.
E qui accade l'imprevedibile colpo di scena.
Dopo 77 anni di successi ininterrotti e di applausi a scena aperta, per la prima volta Berlusconi subisce l’onta di vedere una sua idea bocciata proprio da quei “lacchè usa e getta” di cui è stato il padre-padrone.
Superato lo shock da rifiuto, il cavaliere si arrovella il cervello per correre ai ripari, sempre più preoccupato dal fatto che, senza un partito che gli ubbidisca alla cieca, non potrebbe contare più su devoti servitori, pronti a difendere le sue “leggi ad personam” e gli interessi delle sue aziende.
Oramai è arrivato al punto di diffidare di tutti, si è convinto di poter contare solo sulla dedizione di alcune amazzoni, come le bellicose Daniela Santanché e Micaela Biancofiore.
Pensa che ti ripensa, dalla vulcanica immaginazione di Berlusconi sembra sprigionarsi, finalmente, la nuova brillante idea.
Perché non prendere esempio dal suo amico defunto, Gheddafi, e non organizzare una falange di amazzoni che, ad un “tombeur de femmes” come lui, sapranno assicurare devozione assoluta ed eterna ?
Da qui a trasformare la falange in partito il passo è breve.
A questo punto, al cavaliere resta solo un ultimo problema da risolvere: come garantire continuità all’unico vero obiettivo che si è posto fin dal 1994, cioè la certezza che la nuova formazione politica difenda, a spada tratta, gli interessi suoi e delle sue aziende.
Il dilemma ha una risposta scontata: chi può dargli le garanzie assolute se non un’amazzone di famiglia ?
E qui mi sorge un dubbio !
Vuoi vedere che, come leader del partito delle amazzoni, il Mago di Arcore tirerà fuori, dal cilindro, un dinosauro che ha già un nome e cognome ?
“Fusse che fusse” Marina Berlusconi, avrebbe detto Nino Manfredi ?


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