Ogni
giorno, dalla TV e dalla carta stampata, ci vengono propinati i risultati di
sondaggi su tutti e su tutto.
Grazie
ai sondaggi possiamo conoscere, così, usi e costumi degli italiani su ogni
argomento, dal modo di alimentarsi al tempo dedicato al pisolino, dalle vacanze
preferite alla frequenza con cui fanno sesso.
Non
c’è programma televisivo o giornalino parrocchiale che non abbia il suo
sondaggino di giornata.
Per
corrispondere alla voglia dilagante di sondare tutto ciò che ci circonda, come funghi sono comparse truppe
di sondaggisti, spesso incapaci e superficiali.
Ad
esempio, da mesi siamo bombardati da sondaggi sulle “intenzioni di voto” degli italiani e, quasi sempre, scorrendoli
non si può fare a meno di farsi una sana risata.
Oggi
mi è capitato tra le mani il sondaggio, commissionato da un noto talkshow
televisivo.
La
somma delle percentuali, riportate nella tabella, dà come risultato 144,8%,
cioè un dato non solo scorretto, ma anche concettualmente perverso.
Mi
spiego, se il sondaggista ha contattato un campione di 100 soggetti, e le
domande non prevedevano la possibilità di risposte multiple, la somma dei
risultati non poteva superare il 100%.
Ora,
ipotizzando che la domanda fosse: “se
oggi si svolgessero le elezioni, a quale partito darebbe il suo voto”, la
risposta dell’intervistato non poteva essere che una, ed una sola, per cui è
palese che 144,8% è un risultato inconcepibile.
Il
fenomeno tragicomico è che, prendendo spunto da numeri palesemente distorti, politici
e commentatori discutono e si accapigliano per raffigurare il futuro politico
del Paese.
Un dato di fatto certo è che tutti i sondaggi evidenziano come, alla domanda “per chi intende votare”, il 50% degli
intervistati, più o meno, non indica un partito, ma si colloca in un’area di
imprevedibilità, nella quale sono parcheggiati i possibili astensionisti ed i
probabili indecisi.
Perciò,
è frutto di un banale equivoco correlare le intenzioni di
voto, manifestate dal 50%, più o meno, degli intervistati a quello che potrebbe
essere il risultato effettivo espresso dalle urne.
Se
per ipotesi, un 20% di astensionisti e di indecisi, superasse ogni dubbio ed esprimesse
un voto di protesta le indicazioni, espresse oggi dai sondaggi, verrebbero ribaltate.
Per
questo, non disponendo della sfera di cristallo per conoscere come potrebbe
evolvere l’area dell’indecisione, riterrei più corretto che i sondaggisti, presentando
i risultati del loro lavoro, si limitassero a dichiarare semplicemente: allo stato attuale questi sono gli elettori
che manifestano la loro indicazione di voto.
Ed
il quadro delle effettive intenzioni di
voto, espresse dal campione del sondaggio che ho tra le mani, è solo questo:
|
Risultati del sondaggio
|
Intenzioni di voto effettive
|
PD
|
30,2%
|
16,7%
|
Movimento 5 Stelle
|
18,9%
|
10,4%
|
PdL
|
16,1%
|
8,9%
|
Lega Nord
|
6,5%
|
3,6%
|
SEL
|
5,9%
|
3,3%
|
UDC
|
5,9%
|
3,3%
|
IdV
|
4,1%
|
2,3%
|
FIL
|
2,5%
|
1,4%
|
Federazione
Sinistra
|
2,0%
|
1,1%
|
La Destra
|
2,0%
|
1,1%
|
Federazione dei Verdi
|
1,5%
|
0,8%
|
Lista Pannella Bonino
|
1,0%
|
0,6%
|
Altri partiti
|
3,4%
|
1,9%
|
Indecisi ed astenuti
|
44,8%
|
44,8%
|
|
144,8%
|
100,0%
|
Perciò,
politici e commentatori farebbero bene a non entusiasmarsi e neppure a deprimersi,
ma a prendere i risultati dei sondaggi con doverosa cautela.
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