È normale attendersi che, in una democrazia, ad ogni
cittadino siano riconosciuti il diritto di scioperare e la libertà di
manifestare, o no, il proprio dissenso nei confronti dei poteri costituiti, delle
loro scelte e decisioni.
È altrettanto normale attendersi, però, che la democrazia sia
capace di garantire anche che l’esercizio dei diritti e delle libertà degli uni
non leda mai i diritti e le libertà degli altri.
Dopo gli incidenti avvenuti a Roma, mercoledì 14 novembre,
si sono levati cori di sdegno per gli episodi d’ingiustificata violenza che ha visti
protagonisti alcuni appartenenti alle forze dell’ordine.
Le foto ed i video, che hanno documentato le
condannabili ostentazioni di violenza, hanno fatto il giro del mondo e
sicuramente, per colpa di pochi, ad essere screditato è stato il lavoro svolto da tutte le
centinaia di agenti che operavano in quel contesto.
Faranno bene, il Ministro degli Interni ed i vertici della
polizia, ad identificare le pecore nere che si sono macchiate di condotte nelle
quali sono ravvisabili veri e propri reati.
Ai cori d’indignazione e di condanna, però, ancora una volta è mancato l’equilibrio, sia nel non fare di tutta l'erba un fascio, evitando
cioè di affibbiare le colpe all’intero corpo delle forze dell’ordine, sia
anche nel non considerare e censurare le colpe delle frange violente, organizzate
per la ricerca dello scontro.
Quante erano le migliaia di manifestanti, che avrebbero
voluto manifestare pacificamente il loro malcontento, mentre invece sono state
defraudate del loro diritto proprio dalla presenza di gruppuscoli di facinorosi
?
E perché non riconoscere che chi partecipa ad una
manifestazione, armato di mazze da baseball, coltelli, bombe carta, bottiglie
molotov non sia un pacifico manifestante ma un aspirante delinquente
che non merita la solidarietà della
politica e dei media ?
In queste ultime ore, sta affiorando la richiesta, al
Ministro Cancellieri, di rendere identificabili gli agenti impiegati nei
servizi d’ordine, per rendere possibile il riconoscimento di coloro che ricorrano
all’uso ingiustificato della violenza.
È una richiesta legittima che non mi dispiace, anche se
temo che possa innescare una caccia alle streghe.
La richiesta, però, mi sembra troppo faziosa se, nel contempo, si continuerà ad accettare che nei
cortei siano presenti individui, nascosti da caschi integrali, muniti di spranghe
e zainetti, carichi di sampietrini e bombe carta.
Fino a quando questi soggetti, che sono lì con il solo scopo di
delinquere, non saranno emarginati ed espulsi dalle manifestazioni, la
guerriglia urbana sarà inevitabile, e si continuerà a negare a migliaia di
persone di poter godere del loro diritto democratico di manifestare
pacificamente.
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