domenica 18 novembre 2012

Democrazia ed esercizio dei propri diritti

 
È normale attendersi che, in una democrazia, ad ogni cittadino siano riconosciuti il diritto di scioperare e la libertà di manifestare, o no, il proprio dissenso nei confronti dei poteri costituiti, delle loro scelte e decisioni.
È altrettanto normale attendersi, però, che la democrazia sia capace di garantire anche che l’esercizio dei diritti e delle libertà degli uni non leda mai i diritti e le libertà degli altri.
Dopo gli incidenti avvenuti a Roma, mercoledì 14 novembre, si sono levati cori di sdegno per gli episodi d’ingiustificata violenza che ha visti protagonisti alcuni appartenenti alle forze dell’ordine.
Le foto ed i video, che hanno documentato le condannabili ostentazioni di violenza, hanno fatto il giro del mondo e sicuramente, per colpa di pochi, ad essere screditato è stato il lavoro svolto da tutte le centinaia di agenti che operavano in quel contesto.
Faranno bene, il Ministro degli Interni ed i vertici della polizia, ad identificare le pecore nere che si sono macchiate di condotte nelle quali sono ravvisabili veri e propri reati.
Ai cori d’indignazione e di condanna, però, ancora una volta è mancato l’equilibrio, sia nel non fare di tutta l'erba un fascio, evitando cioè di affibbiare le colpe all’intero corpo delle forze dell’ordine, sia anche nel non considerare e censurare le colpe delle frange violente, organizzate per la ricerca dello scontro.
Quante erano le migliaia di manifestanti, che avrebbero voluto manifestare pacificamente il loro malcontento, mentre invece sono state defraudate del loro diritto proprio dalla presenza di gruppuscoli di facinorosi ?
E perché non riconoscere che chi partecipa ad una manifestazione, armato di mazze da baseball, coltelli, bombe carta, bottiglie molotov non sia un pacifico manifestante ma un aspirante delinquente  che non merita la solidarietà della politica e dei media ?
In queste ultime ore, sta affiorando la richiesta, al Ministro Cancellieri, di rendere identificabili gli agenti impiegati nei servizi d’ordine, per rendere possibile il riconoscimento di coloro che ricorrano all’uso ingiustificato della violenza.
È una richiesta legittima che non mi dispiace, anche se temo che possa innescare una caccia alle streghe.
La richiesta, però, mi sembra troppo faziosa se, nel contempo, si continuerà ad accettare che nei cortei siano presenti individui, nascosti da caschi integrali, muniti di spranghe e zainetti, carichi di sampietrini e bombe carta.
Fino a quando questi soggetti, che sono lì con il solo scopo di delinquere, non saranno emarginati ed espulsi dalle manifestazioni, la guerriglia urbana sarà inevitabile, e si continuerà a negare a migliaia di persone di poter godere del loro diritto democratico di manifestare pacificamente. 

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