È risaputo che tutte le Cancellerie, del mondo occidentale, vivano con inquietudine
i risultati delle elezioni italiane, così come l’agenzia Moody’s che ha manifestata preoccupazione
per l’incertezza politica del nostro Paese, fino ad ipotizzare una eventuale
revisione al ribasso del rating.
Contro corrente, invece, sembra essere Jim O’Neill, Presidente di Goldman
Sachs, una delle più potenti banche d’affari, che ha dichiarato di trovare “entusiasmante” l’esito delle elezioni, ipotizzando
perfino che “il particolare fascino di
massa del Movimento 5 Stelle potrebbe essere il segnale di inizio di qualcosa
di nuovo”.
Possibile che a dirsi entusiasta del M5S sia proprio la banca contro la
quale Beppe Grillo si è scagliato, a più riprese con i suoi turpiloqui, definendola
tra l’altro una banca di ebrei ?
Proprio quella banca della quale Mario Monti è stato accusato, da Grillo,
di esserne stato consulente, e Mario Draghi di averne ricoperto il ruolo di
Vice Presidente europeo ?
Messinscena oppure critiche consapevoli?
Non mi sorprenderei né in un caso né nell’altro !
Innanzitutto perché appare sempre più evidente come Grillo sia solo una pedina
in un gioco molto più grande di lui, un gioco nel quale il mazziere,
Gianroberto Casaleggio, distribuisce le carte con abilità in sintonia con i
poteri finanziari internazionali, con i quali intrattiene ottimi rapporti.
Da parte di molti ed in troppe occasioni si è chiacchierato dei legami,
diretti ed indiretti, che Casaleggio avrebbe in particolare con la Goldman
Sachs.
Comunque, aldilà dei rapporti tra Casaleggio e Goldman Sachs, è certo che
per i poteri finanziari valga il dogma che “business is business”, per cui l’Italia, paralizzata dall’incapacità
della politica di introdurre riforme, non offra loro stuzzicanti opportunità, e
quindi ogni possibile cambiamento sarebbe una prospettiva da valutare certamente con
favore.
Non è casuale, perciò, se Jim O’Neill, nelle citate parole di
apprezzamento dia risalto all’eventualità che il M5S possa essere “il segnale di inizio di qualcosa di nuovo”.
Qualcosa di nuovo che, però, potrebbe anche risultare indigesto proprio ai
mercati finanziari, qualora Grillo, come ha confermato più volte, intendesse davvero imboccare la strada per rinegoziare
il debito pubblico.
Un’azione, questa, che non solo screditerebbe l’affidabilità ed il
prestigio dell’Italia, ma che comporterebbe soprattutto il mancato rimborso dei
titoli di Stato a tutti coloro che li detenessero in portafoglio, cioè banche
e famiglie.
Da quel momento, l’Italia sarebbe esclusa dai circuiti finanziari
internazionali con conseguenze devastanti per il nostro Paese.
E’
probabile, perciò, che la dichiarazione così entusiasta, di Jim O’Neill, sia stata
concordata come mossa precauzionale e propedeutica per raffreddare il progetto
di rinegoziazione del debito sovrano, piuttosto che come un vero endorsement
nei confronti del M5S.
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