Sono trascorsi già 19 giorni dall’apertura delle urne elettorali che
hanno consegnato al Paese un responso di ingovernabilità.
La colpa, in parte, può essere attribuita alla legge elettorale, quel “porcellum” in apparenza detestato ma
anche tanto gradito agli apparati dei partiti per la possibilità, che concede
loro, di scegliere chi mandare in Parlamento.
Ma, in gran parte, la colpa è degli elettori che, ignorando la
drammatica congiuntura in cui versa il Paese, si sono fatti abbindolare, ancora
una volta, da illusorie promesse di un inverosimile paradiso terrestre, o dal
velleitario nuovo modo di gestire la cosa pubblica.
Fatto sta che, dopo 19 giorni, il Capo dello Stato ha avviate le
consultazioni per formare il governo, in un clima di assoluta confusione ed
incertezza.
Il Paese confida nella saggezza di Giorgio Napolitano sperando che tiri
fuori dal cilindro una soluzione in grado di offrire risposte concrete agli indifferibili
bisogni degli italiani.
Anche per il Presidente della Repubblica non sarà facile dissolvere la spessa
coltre di fuliggine che grava sullo scenario politico.
Napolitano, infatti, si troverà a fare i conti con il disperato
tentativo di Berlusconi che insisterà per un “governo di concordia”, PD - PdL, pur di non vedersi tagliato fuori
dai giochi, proprio nel momento in cui la botola della giustizia si sta per aprire
sotto i suoi piedi.
Ora, a parte l’annotazione che c’è già stata una “Concordia” iellata sugli
scogli dell’isola del Giglio, domando come possa essere serio e realista il solo
supporre che questa ipotesi funzioni, dopo che le inconciliabilità politiche ed
etiche, tra PD e PdL, hanno resa tormentata la vita al Governo Monti, che
entrambi sostenevano ?
Come credere che questi due partiti possano governare insieme, in un
momento così difficile, dato che in 12 mesi, oltre a non essere riusciti ad
accordarsi neppure sulla legge elettorale, hanno tagliate le gambe al Governo
Monti, boicottando le liberalizzazioni, annacquando le leggi sulla corruzione e
sulla riforma del lavoro, facendo orecchie da mercante alla richiesta di
ridurre i costi della politica, solo per citare alcune circostanze ?
Dall’altra parte, però, Napolitano avrà anche il difficile compito di
far capire a Bersani che le elezioni le ha perse, anche se da vincitore, quindi,
la sua pretesa di voler fare il premier a tutti i costi, è un’assurdità inaccettabile.
Bersani deve prendere atto, insomma, che non ha i numeri al Senato e,
quindi, un suo eventuale incarico sarebbe il primo caso al mondo di aborto praticato
ancor prima del concepimento.
Ma, il Capo dello Stato incontrerà anche Beppe Grillo, e non so quanto Napolitano
gradisca questa circostanza, sapendo che non riuscirà a cavarne un ragno dal
buco.
Il velleitarismo del M5S e la decisione di vivere da spettatori le
vicende del Parlamento, senza assumersi alcuna responsabilità, non saranno benaccette
al Presidente della Repubblica che, invece, ha l’ardua missione di assicurare
la governabilità al Paese, per affrontare i problemi che si aggravano di
giorno in giorno.
Peraltro, la stessa ipotesi di tornare subito alle urne con il “porcellum” non sarebbe la soluzione
migliore.
Forse, l’unica via praticabile potrebbe essere quella di un “governo di scopo”, affidato ad una
personalità estranea alla politica, che, ricorrendo ai voti di fiducia, costringa
il Parlamento ad approvare alcuni provvedimenti urgenti.
Provvedimenti quali, ad esempio: nuova legge elettorale, riduzione del
numero dei parlamentari, pagamento dei debiti della pubblica amministrazione,
incentivi per l’occupazione giovanile e femminile, abolizione del finanziamento
pubblico ai partiti, riduzione di compensi e privilegi dei parlamentari, nuova
legge anticorruzione, legge sul conflitto d’interessi, norme rigorose sull’incandidabilità
e sul cumulo delle cariche, etc.
Lavorando di buona lena un governo di scopo potrebbe anche stanare i
politici dai loro meschini interessi di bottega per offrire agli elettori un quadro chiaro
di chi operi al servizio del Paese e non al servizio di lobbies e categorie
privilegiate.
Solo
così si potrebbe tornare alle urne, se ancora indispensabile, tra un anno.
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