Molte volte il metro con cui editorialisti e commentatori politici giudicano
eventi e scenari, appare così contraddittorio da autorizzare chi legge, o
ascolta, a metterne in dubbio persino la sensatezza.
Seguendo l’ondata di commenti che si è abbattuta sui media, dopo l’apertura
delle urne, si è potuta cogliere la presenza variegata di faziosità, assenza di
spirito critico, irrazionalità che filtrava da parole dette o scritte.
Ad esempio, ridicoli i tentativi di commentare, con chiavi di lettura
positive, i risultati elettorali ottenuti dal PD e dal PdL, mentre non si diceva
nulla del fatto che questi due partiti avessero persi sul campo rispettivamente
3.452.000 e 6.297.000 elettori, rispetto al 2008.
Sarebbe stato più sensato, ed intellettualmente più onesto, se editorialisti
e commentatori, prescindendo dalle loro casacche, avessero analizzate le cause di
queste disfatte, invece di rallegrarsi perché i due partiti erano sopravvissuti
e avrebbero potuto ancora disputarsi il governo del Paese.
Che dire, poi, delle celebrazioni riservate a Maroni, eletto Presidente
della Lombardia, senza spendere neppure una parola sul fatto che la Lega Nord,
movimento di cui Maroni è segretario, era uscita dalle urne con un elettorato
più che dimezzato rispetto al 2008 ?
Bisognava, però, che lettori e telespettatori non scoperchiassero ciò che
editorialisti e commentatori politici non volevano dire loro, per cui ecco ricorrere
allo stratagemma del depistaggio, cioè distogliere l’attenzione focalizzando l’attenzione
su una vittima da mettere sotto processo.
E chi poteva essere questa vittima se non l’unica formazione politica che,
oltre al M5S, si presentava per la prima volta sulla scena politica e non
godesse di media a sostegno ?
Vittima predestinata non poteva essere che Scelta Civica!
Erano ancora in corso gli scrutini, infatti, e già molti commentatori, distogliendo
l’attenzione dai risultati di PD, PdL e Lega, vista l’aria che tirava da quelle
parti, si avventuravano nel proclamare il flop di Scelta Civica.
Ora, nel lessico italiano la parola flop, secondo i dizionari, ha il
significato di “tonfo, caduta”.
Perché si abbia un tonfo od una caduta, è presupposto indispensabile,
però, essere posizionati in un punto o in una collocazione da cui cadere, ora,
poiché Scelta Civica, nata il 5 gennaio 2013, partiva dal punto “0”, … non avrebbe
potuto che “salire”, quindi anche sotto il profilo lessicale i commentatori hanno
fatta la loro bella figuraccia.
Ciò premesso, il voto degli elettori, in realtà, ha premiata Scelta
Civica attribuendole un 10,54%, alla Camera, ed un 9,13%, al Senato.
Per una formazione presentatasi, nella competizione elettorale, soli 50 giorni
prima dell’apertura dei seggi, senza un presidio organizzato del territorio,
priva di un coordinamento centrale, con scarsità di mezzi, in grado di
affidarsi solo all’impegno ed alla abnegazione di candidati e volontari, alla
loro prima esperienza, si è trattato di risultati più che soddisfacenti.
Se poi il raffronto viene fatto con i risultati ottenuti da altri partiti
che da decenni sono sulla scena politica con strutture consolidate, presidiano i
territori con migliaia di amministratori locali, dispongono di TV e stampa a
supporto, parlare di risultato soddisfacente mi sembra anche riduttivo.
Accostando, poi, il risultato di Scelta Civica per la Camera con quello
del Senato, appare evidente che il progetto politico abbia suscitato maggiore interesse
presso l’elettorato più giovane.
Comunque, inesperienza, tempi ristretti, improvvisazione, hanno comportato
inevitabilmente che, come tutti gli apparati in rodaggio, anche Scelta Civica commettesse
diversi errori, soprattutto nel modo di comunicare il proprio progetto
riformatore, e smarrisse per strada anche parte di quel consenso personale di
cui godeva Mario Monti ancora nel dicembre 2012.
Con
tutto ciò, che i commentatori abbiano parlato di flop mi sembra davvero irragionevole
!
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