“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo
sono” cantava l’indimenticabile
Giorgio Gaber.
In giornate come
quelle che il nostro Paese sta vivendo, per colpa di una classe politica che proprio
noi italiani abbiamo avuta la dabbenaggine di eleggere solo qualche settimana
fa, mi riconosco nelle parole cantate da Gaber.
Che pena !
L’Italia è in ginocchio,
scampata quindici mesi fa, per il rotto della cuffia, dal possibile default, con
un’economia asfittica, con imprese costrette a tirare giù le saracinesche per
colpa sia della crisi e sia dei crediti non onorati dallo Stato, con la
disoccupazione che aumenta di giorno in giorno e la povertà che si estende a
macchia d’olio.
Ebbene, di fronte a
questa drammatica contingenza i politici, invece di affrettarsi nell’affrontare
e risolvere almeno qualche priorità, si comportano in modo grottesco, perdendo
tempo a sbattersi le porte in faccia reciprocamente.
Siamo al punto che
persino François Hollande, che non è proprio il primo della classe visto che il
suo consenso in Francia è precipitato al 20%, si è permesso di citare il nostro
Paese come esempio negativo, per i radicalismi populistici che si sono diffusi a
seguito delle politiche di austerità adottate.
Non che la Francia
navighi in acque tranquille per quanto concerne difficoltà economiche, disoccupazione
e disagio sociale … ma lo scaricabarile è uno sport molto diffuso.
Ora, personalmente, quello
che pensa e dice Hollande dell’Italia mi lascia assolutamente indifferente e lo
ritengo comunque di nessun conto di fronte alla gravità reale dei nostri problemi.
Ed è grave che, purtroppo,
anche ieri sera gli italiani siano andati a dormire senza la certezza che il
Paese possa avere presto un governo in grado di prendere decisioni efficaci per il bene dei cittadini, visto che quello di Monti è dimissionario.
Questo, nonostante l’impegno
del Capo dello Stato che sta lavorando senza sosta per risolvere l’intricata
situazione.
Infatti, anche al
termine del secondo giro di consultazioni all’orizzonte permangono cumuli
inquietanti di nubi.
È probabile che anche Giorgio
Napolitano abbia fatto fatica, ieri sera, ad addormentarsi, pensando a come uscire
dal vicolo cieco in cui lo hanno spinto tutti i partiti.
Siccome, però, la
speranza è l’ultima a morire e la fiducia nella saggezza di Giorgio Napolitano
è granitica, confido che nell’uovo di Pasqua il nostro Presidente della
Repubblica saprà farci trovare la sorpresa migliore per il Paese.
Non resta, perciò, che aspettare ancora qualche ora, prima di scartare l’uovo pasquale ed accogliere festosamente la sorpresa … almeno è quello che mi auguro, anche se “io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”.
Non resta, perciò, che aspettare ancora qualche ora, prima di scartare l’uovo pasquale ed accogliere festosamente la sorpresa … almeno è quello che mi auguro, anche se “io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”.
Nessun commento:
Posta un commento