Sono state sufficienti le prime ore di presenza in Parlamento, delle
truppe grilline, per avere la conferma definitiva che la conclamata
affermazione di Beppe Grillo “uno vale
uno” sia una delle tante bufale raccontate dal comico genovese e dal suo
sodale Casaleggio.
Infatti, mi era parso di capire, ma potrei aver presa una cantonata, che
lo slogan “uno vale uno” esprimesse l’impegno
per una democrazia partecipativa, nella quale, cioè, ad ogni cittadino fosse garantita
pari facoltà di pensiero e di parola, e quindi anche la libertà di dissentire.
Immaginavo fosse l’apprezzabile e meritoria alternativa alla
consuetudine, inveterata nei partiti tradizionali, che attribuisce ai soli
capobastone il potere di decidere cosa sia giusto o sbagliato, vincolando a
seguirne le direttive, supinamente e totalmente, tutti coloro che avessero
conferito il loro cervello all’ammasso.
Un proposito lodevole se indirizzato a restituire dignità alle persone,
in quanto cittadini.
Se poi, al “uno vale uno” si fosse
accompagnata per davvero anche quella trasparenza di ogni atto o scelta del M5S,
che Beppe Grillo ha proclamato, ripetutamente, essere uno dei punti cardinali
del M5S, c’era da attendersi davvero un modo nuovo di esercitare il mandato
politico.
Purtroppo, però, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, recita un
vecchio adagio !
Così Beppe Grillo ha incominciato con il proibire prima ai militanti del
M5S, e poi ai parlamentari eletti di incontrare giornalisti, di rilasciare
interviste, di partecipare a programmi TV.
Solo lui, guitto donatosi alla politica, e Casaleggio, il guru, godrebbero
del diritto esclusivo di parlare, come se nel M5S militanti e parlamentari
fossero soggetti acefali, incapaci di intendere e di volere.
E per chi non ubbidisse … radiazione dal movimento !
Come si concilia, acciderba, il principio “uno vale uno” con un atteggiamento tirannico che non solo
impedisce ai parlamentari di parlare e di esprimere le proprie idee, ma si
arroga anche il diritto di eliminare dal blog i post di quei militanti che
criticano le deliranti prese di posizione di Grillo ?
E perché viene cassata anche ogni richiesta dei militanti di sottoporre
a referendum online le scelte politiche del movimento ?
Anche il “punto cardinale della
trasparenza” sembra annacquarsi !
Per farla breve, come i riflettori hanno iniziato a rischiarare la sala
giochi che, per sollazzo, si sono allestita Grillo e Casaleggio, ecco spuntare,
insieme alla goliardica foto di un apriscatole sui banchi del Senato, indubbi segnali
d’incrinature e di sbriciolamenti.
Per giorni, ad esempio, i parlamentari M5S, appena sbarcati a Roma,
avevano garantito che le riunioni sarebbero state rese pubbliche con diretta
streaming.
L’unica riunione pubblica, invece, è stata la sceneggiata della
autopresentazione dei parlamentari M5S, perché tutti i successivi incontri sono
stati rigorosamente a porte chiuse.
La stessa riunione, che il gruppo di senatori M5S ha promossa per
decidere come votare nel ballottaggio tra Grasso e Schifani, è stata blindata mentre
all’esterno giungevano indubbi segnali di fragorose baruffe.
La sintesi, di quello che sta accadendo nel M5S, la rivela, con efficacia
ed incisività straordinarie, il commento postato sul blog di Beppe Grillo da una
militante ed elettrice grillina: “Benito
ci aveva messo più tempo a mostrare il suo volto reale”.
Oggi,
purtroppo, questo commento nel blog del democratico Beppe Grillo non è più
visibile … i censori l’hanno cancellato in gran fretta!
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