Riflettendo su ciò che è successo nella giornata di ieri, riesco solo a paragonarla ad un frullatore nel quale, ora dopo ora, sono stati introdotti ingredienti così dissimili che, mescolati insieme, ci hanno servito il frappé “gran confusione”, non adatto ai palati dei soggetti irritabili.
Nell’Irlanda del Nord si è aperto il G8, con il rilassante spettacolo di prati verdissimi a perdita d’occhio, e con il debutto di Enrico Letta al suo primo confronto con i leader mondiali.
Decollato da Roma, con il conforto dei lusinghieri giudizi espressi da Berlusconi sull’attività del governo, Letta non ha fatto neppure in tempo a scendere la scaletta dell’aereo che dallo stesso Berlusconi gli era già arrivato un siluro destabilizzante.
Il presidente del PdL, ancora una volta, non ha controllate le sue turbe senili ed ha sparate affermazioni che hanno destata inquietudine non solo a Letta ed al mondo politico italiano, ma anche ai vertici europei ed ai partecipanti al G8.
Con atteggiamenti da autentico baüscia (in dialetto milanese significa sbruffone, spaccone, smargiasso) Berlusconi ha chiesto a Letta ed al governo di infischiarsene degli impegni presi con l’Europa e di sfondare il tetto del 3% del rapporto “deficit/PIL”, per dare seguito alla millanteria della cancellazione IMU, che lui si era giocata in campagna elettorale per turlupinare i soliti gonzi, e per sospendere l’aumento dell’aliquote IVA.
Ora, che Berlusconi non sappia cosa sia il rispetto delle regole, delle leggi e dei patti, non è certo una novità che scopriamo oggi, come ci ricorda, ad esempio, la procedura d’infrazione per deficit eccessivo, del 2009, i cui effetti gli italiani hanno dovuto cancellare con i loro sacrifici.
Quello, però, che fa scompisciare dalle risa sono i suggerimenti che Berlusconi ha la spocchia di dare a Letta per farsi valere a Bruxelles.
Suggerimenti esternati proprio da chi a Bruxelles, contando come il due di picche a briscola, ha sempre detto di sì a tutto quello che l’UE gli imponeva, tornando a casa con la coda tra le gambe.
È comprensibile che alla sua età anche la memoria faccia cilecca, ma perdinci, sarebbe sufficiente che Berlusconi rileggesse la lettera BCE dell’agosto 2011, per rendersi conto di essere il meno adatto per fare il baüscia e dire a Letta cosa fare e cosa dire.
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In Lombardia, intanto, la Lega Nord è sempre più dilaniata dai contrasti intestini tra i bossiani superstiti e la maggioranza maroniana.
La situazione è oramai kafkiana.
Bossi trascorre le giornate nel suo ufficio, in via Bellerio, ignorato ed evitato da tutti.
Domenica, all’Assemblea degli eletti leghisti, a porte chiuse, Bossi non era presente e molte voci si sono levate per chiederne l’espulsione dalla Lega, voci alle quali si è opposto il solo Reguzzoni, fedelissimo bossiano, che ha chiesto rispetto per Bossi, come persona e come fondatore e leader storico del movimento leghista.
Intanto, però, tra due settimane, davanti al Tribunale Civile di Milano sarà discusso il ricorso di alcuni fedelissimi bossiani che chiedono l’espulsione dalla Lega proprio di Maroni, colpevole di aver violato una norma dello Statuto per non aver intestato al Carroccio il gruppo consiliare in Lombardia.
Si avvicina una scissione nella Lega Nord?
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Venticello di possibile scissione spira anche dalle parti del M5S, i cui “cittadini onorevoli” hanno dedicato l’intero pomeriggio di ieri a processare la senatrice Adele Gambaro che aveva osato individuare, nel linguaggio di Beppe Grillo, una delle cause del flop subito dal M5S alle recenti amministrative.
Il grottesco processo per blasfemia, protrattosi per ore e senza streaming (ma che fine ha fatto la decantata trasparenza del M5S?) si è concluso, in tarda serata con la decisione di espellere la senatrice Gambaro dal movimento.
Contro questa decisione hanno votato 42 “cittadini onorevoli” mentre 6 si sono astenuti.
Dal momento che i voti favorevoli all’espulsione sono stati 79, si può concludere che i non allineati al diktat di Beppe Grillo, che aveva chiesta la testa della blasfema, ha raggiunto il 38%!
Ora che lo psicodramma è andato in scena, ed in attesa del parere del Web, cosa accadrà, da oggi, all’interno dei gruppi parlamentari del M5S?
Come reagiranno Grillo e Casaleggio nei confronti dei non allineati?
Scissione si o scissione no? Quali le quote dei bookmaker?
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