Tutte le volte che ascolto un politico parlare di “popolo sovrano” e della deferenza che gli è dovuta, sono assalito da una fastidiosa forma di orticaria!
Sono parole, difatti, che suonano ipocrite ed ingannevoli se consideriamo anche solo i comportamenti ed i propositi della classe politica.
Prendiamo, ad esempio, il dibattito che si sta trascinando da mesi sulla riforma della legge elettorale.
I partiti si trovano d’accordo, tutti, nel difendere a spada tratta il più vergognoso disposto del porcellum, quello che nega, al “popolo sovrano”, il diritto di eleggere, con il voto di preferenza, i propri rappresentanti in Parlamento.
La cultura democratica dei nostri politici è così evanescente da spingersi a voler imporre ancora, al “popolo sovrano”, le loro “liste bloccate”.
È inquietante che le “liste bloccate” riecheggino proprio quello che fece Mussolini, per le elezioni del 1929, quando propose un “listone” di candidati, compilato dal Gran Consiglio del Fascismo, concedendo agli elettori la straordinaria libertà di scegliere solo con un “si” o con un “no”, usando perfino schede che rendessero distinguibile il voto!
Almeno oggi, mi si potrà replicare, il voto, se non è stato venduto, resta segreto!
A lasciare perplessi è che, nonostante siano trascorsi più di 80 anni, i politici attuali riservino, al popolo italiano, lo stesso rispetto che coltivava il regime fascista.
Non credo che fosse questo l’intendimento che ha indotte migliaia e migliaia di partigiani ad immolarsi nella lotta di liberazione.
Purtroppo, però, non sono solo le “liste bloccate” a far presentire che la politica italiana si stia avviando su una china pericolosa.
Anche il dibattito, che infervora da giorni politica e media, sull’introduzione del presidenzialismo nella Costituzione, presenta risvolti tutt’altro che rassicuranti.
Nelle intenzioni, infatti, di coloro che caldeggiano con insistenza il presidenzialismo, non c’è solo l’elezione diretta del Capo dello Stato, come ci vogliono far credere.
Ma dai! Gli italiani, cioè, potrebbero scegliere il Capo dello Stato ma non i parlamentari?
Possibile che la classe politica consideri gli italiani, tutti, così scimuniti da credere ad una balla del genere?
La verità, invece, è un’altra e l’ha espressa, a chiare lettere, lo stesso Berlusconi.
Dalle sue parole è emerso palesemente che il presidenzialismo sarebbe soltanto il cavallo di troia per introdurre un rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio, un rafforzamento tale da permettergli, ad esempio, di nominare e sostituire ministri, promulgare decreti legge a suo insindacabile giudizio, non essere sottoposto ai controlli istituzionali.
Sarebbero, in pratica, gli stessi poteri di cui godeva Mussolini, come Primo Ministro, dal 1925 in poi.
Domanda: ma è proprio questa la strada che sceglierebbe il “popolo sovrano” per rinnovare la democrazia italiana?
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