“Basta indugi, la
gente non ne può più”, con queste parole
il Cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, si è rivolto alla classe politica
che, dopo 51 giorni dalle elezioni, continua a menare il can per l’aia con vergognosi
maneggi.
Come dargli torto ?
Lo spettacolo scandaloso che la politica sta offrendo,
non solo agli italiani ma al mondo intero, rischia di logorare definitivamente
i cardini di una convivenza civile e democratica.
Con il passare dei giorni la situazione sembra ingarbugliarsi
sempre più, non lasciando intravedere una possibile via di uscita.
Anche il ritorno alle urne, richiesto con ostinazione da
Berlusconi, non rappresenterebbe una scappatoia affidabile, a meno che, da un
lato, tutti i protagonisti, responsabili di questo disastro, non decidano di
scomparire definitivamente dalla scena politica e, dall’altro, si riformi la
maledetta legge elettorale.
L’Italia sta vivendo un momento buio della sua storia
democratica, per l’irresponsabilità di una politica sconsiderata, soggiogata da
ambizioni personali, dalla ricerca di salvacondotti giudiziari, dall’abietto
disegno di vedere “l’effetto che farebbe”
un Paese sull’orlo del baratro.
È possibile identificare con nome e cognome i maggiori irresponsabili
di questa situazione, però non possiamo nasconderci dietro ad un dito, perché
irresponsabili siamo stati allo stesso modo tutti noi quando, nelle urne, abbiamo
usato il nostro voto da irrazionali e sprovveduti.
Non serve a nulla, oggi, gridare “basta non ne possiamo più” se poi, tra qualche mese, ritornando
alle urne rifaremo gli stessi errori, sperperando l’opportunità che ci è data per
contribuire a cambiare le cose, usando il nostro sacrosanto diritto di voto.
Mi sembra comunque evidente che il vero responsabile di questa
paralisi del Paese, che dura da oltre 50 giorni, sia Bersani.
Per perseguire una sua ambizione personale, Bersani non
si preoccupa dei milioni di italiani precari, disoccupati, cassintegrati, esodati, e delle loro vite angoscianti.
Continua, indifferente ed ostinato, nonostante lo stesso PD,
un pezzo per volta gli stia voltando le spalle, facendogli franare la terra
sotto i piedi.
Un’ostinazione che si accompagna a scarsa intelligenza
politica.
Innanzitutto perché, per settimane, ha corteggiati i voti
del M5S senza mai avere il coraggio di giocare la carta che avrebbe messo nell’angolo
Grillo ed i suoi “cittadini” onorevoli: proporre al M5S il coinvolgimento nella
formazione dell’esecutivo.
Passata la palla, se Grillo l'avesse rifiutata si sarebbe
ritrovato con almeno metà del suo elettorato deluso ed incazzato … un bel
rischio per il M5S nel caso di nuove elezioni a breve.
Ma, scarsa intelligenza politica anche perché il solo pensare
di poter governare questa congiuntura così difficile, per il Paese, con un esecutivo
di minoranza, è delirante.
Per far passare ogni decisione, cioè, dovrebbe mendicare
i voti di un’opposizione inviperita, confidando peraltro nel sostegno di un PD sempre
più allo sbando.
Non meno irresponsabile, però, è anche Berlusconi che al
grido di “o governissimo o voto”
ricatta Bersani ed il Paese pur di entrare nell’esecutivo ed accaparrarsi
alcuni ministeri a lui utili.
Infatti, con l’approssimarsi di sentenze che
potrebbero scacciarlo in via definitiva dalla scena politica, Berlusconi vive
sui carboni accesi e, fingendo di non ricordare che PdL sia solo il terzo
partito, mette in atto i suoi tentativi di ricatto.
A Berlusconi interessa solo poter condizionare l’azione
del governo per ottenere, da una parte, il blocco dei disegni di legge sulla
ineleggibilità e sul conflitto di interessi e, dall’altra, l’approvazione della
riforma dell’art. 68 della Carta Costituzionale, per ripristinare l’immunità
parlamentare anche per i condannati con sentenza passata in giudicato (= salvacondotto per lui !).
È evidente che, anche a Berlusconi, dei gravi problemi
che angustiano gli italiani non gliene frega assolutamente nulla.
C’è poi un terzo irresponsabile, Beppe Grillo, che,
manovrando i burattini mandati a fare presenza in Parlamento, rifiuta di dare
qualsiasi contributo al superamento dello stallo e, quindi, alla soluzione dei
problemi del Paese.
Ovviamente non c’è da augurarselo, però il livello di esasperazione degli italiani è così vicino, ormai, al punto di rottura da rischiare che qualche testa calda possa decidere di deviare dai binari della pacifica coesistenza.
Ovviamente non c’è da augurarselo, però il livello di esasperazione degli italiani è così vicino, ormai, al punto di rottura da rischiare che qualche testa calda possa decidere di deviare dai binari della pacifica coesistenza.
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