Al termine di una via
crucis che per tre lunghe giornate ha stressati 1007 Grandi Elettori … al
Quirinale Giorgio Napolitano e Donna Clio saranno costretti a disfare le valige,
sbuffando, ed a rimettere al loro posto abiti e biancheria !
Questa la sintesi della
giornata di ieri, sabato 20 aprile.
Una giornata iniziata con
Bersani salito al Colle, per alzare bandiera bianca e supplicare, in ginocchio,
Napolitano di aiutarlo a far uscire il Partito Democratico dal baratro in cui
lo aveva sfracellato con la sua poca intelligenza politica.
Tormentati dal dramma
istituzionale che stava per abbattersi sul Paese, si sono precipitati al
Quirinale, anche Berlusconi, Maroni e Monti, per chiedere aiuto e confermare la
supplica di Bersani.
Intanto, a Montecitorio,
andava in scena la quinta fumata nera, tra schede bianche ed i consueti voti a
Rodotà.
Erano le 14:22 quando i
1007 Grandi Elettori potevano tirare, finalmente, un sospiro di sollievo alla
notizia che Napolitano aveva sciolto le riserve offrendo la sua disponibilità ad
accettare il secondo mandato alla Presidenza della Repubblica.
Anche se con un po’ d’ansia,
è iniziata così la sesta votazione, ma quando il Presidente Laura Boldrini ha letto,
per la 504ma volta, il nome di Napolitano, l’emiciclo è scattato in una lunga e
liberatoria standing ovation.
A Bersani sono spuntate le
lacrime agli occhi, mentre Berlusconi sogghignava dimenticando di aver sputato
veleno proprio su Giorgio Napolitano, in campagna elettorale.
Ma Berlusconi, notoriamente,
non ha neppure molta memoria!
Da ore, intanto, davanti a
Montecitorio squadre organizzate del M5S, manifestavano chiassosamente a sostegno
della candidatura di Stefano Rodotà, nell’attesa che le raggiungesse il camper
di Beppe Grillo per la sua “marcia su Roma”.
Bersani, asciugate le
lacrime, è atteso però da ore drammatiche sia sotto il profilo personale che
politico.
L’elezione del Capo dello
Stato, d’altra parte, non può avergli fatto dimenticare lo sfacelo che ha
colpito il suo partito, portandolo sull’orlo della dissoluzione.
Infatti, dopo Rosy Bindi e
Pierluigi Bersani, anche tutta la segreteria del partito è oramai dimissionaria.
Questo vuol dire che il
Partito Democratico, di fatto, si troverà acefalo proprio nei prossimi giorni, in
cui il riconfermato Presidente della Repubblica dovrà consultare le forze
politiche per la formazione del governo.
Oltretutto, si è materializzato
anche lo strappo, difficilmente ricucibile, con l’alleato Vendola che, non
solo, ha perseverato nel votare il candidato grillino, ma ha già annunciato di promuovere
la nascita di un nuovo soggetto politico di sinistra, con il palese obiettivo
di sfruttare la disgregazione del PD.
A questo punto, è molto arduo
immaginare quale possa essere il futuro del PD, da un lato per la devastante
emersione di contrasti e dissapori intestini, difficilmente sanabili, e dall’altro
per il susseguirsi d’interventi inopportuni come quelli di Fabrizio Barca, futuro
dirigente in pectore del partito.
Quali prospettive potrà
avere il PD nel caso si dovesse andare a nuove elezioni ?
E quale il futuro di Matteo Renzi in un partito in disfacimento?
E quale il futuro di Matteo Renzi in un partito in disfacimento?
Nessun commento:
Posta un commento