Neppure se l’incontro di
martedì, tra Bersani e Berlusconi, si fosse svolto sul set di un dozzinale film,
il regista avrebbe osato dichiarare il “buona
la prima”.
Infatti, se le
indiscrezioni che filtrano dal buco della serratura sono attendibili, le
schermaglie fanno prevedere che occorreranno nuovi incontri, e molti giorni,
prima che tra PdL e PD si possa trovare un punto d’intesa sul candidato per il
Quirinale, dato e non concesso che si raggiunga un accordo.
A rendere complesso e
difficile il mercanteggiare sono le basi di partenza delle due parti in
causa.
Bersani intende circoscrivere
il confronto esclusivamente alla scelta di un candidato per il Colle, lasciando
fuori dalla trattativa qualsiasi riferimento ad ipotesi di governo, che compromettano
la sua aspirazione a fare il premier.
È una posizione molto
netta, ribadita da settimane, per cui non rappresenta più una novità.
Berlusconi, dal canto suo, per
la candidatura al Quirinale pone come condizione che, alla Presidenza della
Repubblica, sia eletto un candidato che “non
sia ostile al PdL”.
E qui sta il vero busillis,
proprio nelle parole “non sia ostile al
PdL”.
Perché mai, con quali
poteri e con quali scelte un Presidente della Repubblica potrebbe o dovrebbe dimostrarsi
“ostile” ad una delle formazioni
politiche presenti in Parlamento ?
Io credo che chiave di
lettura sia da cercare leggendo tra le righe di questa asserzione per lo meno stravagante.
Poiché, di fatto, da sempre
il PdL agisce in Parlamento solo come segreteria personale di Berlusconi, interpreterei
quelle parole piuttosto come la richiesta che il nuovo Presidente “non sia ostile a Silvio Berlusconi”.
Ora, considerando che il
Presidente della Repubblica non avrebbe né ragioni, né poteri, né modi per rivelare
la supposta “ostilità” nei confronti
di chicchessia, mi sono convinto che l’espressione “sia non ostile” vada decodificata in “sia benevolo”.
Una benevolenza che
potrebbe concretarsi nel caldeggiare, ad esempio, un provvedimento di amnistia
che, pur rappresentando un atto umanitario contro il sovraffollamento delle carceri,
farebbe molto comodo a Berlusconi per cancellare la pena che potrebbe essergli
comminata nel processo Ruby.
Non solo, ma la benevolenza
del Capo dello Stato potrebbe anche tradursi, ad esempio, nel suggerire alla Cassazione
di posticipare il dibattito sul ricorso contro la sentenza di appello del
processo Mediaset, una sentenza che prevede l’interdizione di Berlusconi dai
pubblici uffici, come pena accessoria.
Per questo Berlusconi, mentre
sarebbe favorevole ad eleggere al Quirinale Emma Bonino, da sempre attenta alla
soluzione del problema carcerario, si opporrà con tutte le sue forze a qualsiasi
candidato ritenuto non “benevolo”.
Nel caso Berlusconi
riuscisse a mettere in carniere l’elezione al Quirinale di un candidato “benevolo”, maggiori sarebbero le chance per attaccare Bersani e farlo
recedere dal perentorio rifiuto di un governo di larghe intese.
Messo in cascina il riparo dai
processi Ruby e Mediaset, l’interesse di Berlusconi si concentrerebbe, a quel
punto, sulla partecipazione del PdL ad un governo, anche a guida Bersani, con
lo scopo, da un lato di bloccare qualsiasi proposta di legge a lui indigesta (es.: conflitto di interessi,
ineleggibilità, anticorruzione, termini di prescrizione, falso in bilancio, frequenze
TV, etc.), e dall’altro, di far approvare alcune leggi che facilitino i suoi
interessi personali.
In questa senso la sua
segreteria parlamentare (cioè il PdL)
si è già messa al lavoro, come dimostrano il disegno di legge, già battezzato
anti-Veronica, che ha depositato Giuseppe Marinello, parlamentare PdL, e la
proposta di legge, di Raffaello Vignali, deputato PdL, per modificare l’art. 68
della Carta Costituzionale in modo da estendere l’immunità parlamentare anche a
colui che fosse colpito da sentenza irrevocabile di condanna (utile qualora il Presidente della
Repubblica non fosse “benevolo”!).
Alla faccia di quei 7 milioni e mezzo di allocchi che, votando PdL, si aspettavano proposte per combattere la crisi economica che attanaglia il Paese, questi sono i primi urgenti disegni di legge partoriti dal PdL !
Intanto mentre Bersani e Berlusconi mercanteggiano, i giorni passano ed il Paese agonizzante osserva sempre più depresso e sconvolto questo indecoroso mercatino.
Alla faccia di quei 7 milioni e mezzo di allocchi che, votando PdL, si aspettavano proposte per combattere la crisi economica che attanaglia il Paese, questi sono i primi urgenti disegni di legge partoriti dal PdL !
Intanto mentre Bersani e Berlusconi mercanteggiano, i giorni passano ed il Paese agonizzante osserva sempre più depresso e sconvolto questo indecoroso mercatino.
Nessun commento:
Posta un commento