Di male in peggio !
Se giovedì era stata una
giornata buia per la politica italiana, quella di ieri la si può definire, con
eufemismo, cupa e tenebrosa.
Non solo perché, per le
elezioni presidenziali, si è consumato un altro giorno con due fumate nere, ma
soprattutto perché il PD, partito che avrebbe dovuto condurre le danze, è stato
colpito da una schizofrenia collettiva, scatenata da comportamenti amorali ed
infidi.
Dopo il fallimento della
candidatura di Franco Marini, il Partito Democratico aveva digerita male la
batosta e la sua dirigenza era in grave difficoltà.
Dopo una notte insonne di
incontri, telefonate, sms, riunioni delle varie tribù, ieri mattina sembrava
che la notte avesse portato consiglio, visto che veniva accolta, con una standing ovation da tutti i Grandi
Elettori del PD, la candidatura di Romano Prodi, padre fondatore del partito.
Vanificata la terza
votazione, dalla scelta di inserire nelle urne schede bianche, si arrivava alla quarta votazione che avrebbe potuto concludersi,
perfino, con l’elezione del Capo dello Stato.
Invece è andato in scena uno
psicodramma !
Infatti, non uno bensì 101
Grandi Elettori del PD, che poche ore prima avevano partecipato entusiasti alla
standing ovation, hanno deciso, nel
segreto dell’urna, di diventare franchi tiratori per affossare il candidato
Prodi.
Rosy Bindi, presidente PD,
si è dimessa.
Prodi ha reagito
giustamente incazzato.
Bersani ha comunicato che, una
volta eletto il Presidente della Repubblica, lui lascerà la segreteria del PD, e
questa è finalmente l’unica decisione saggia da quando è stato chiamato alla
segreteria.
L’apparato del partito ha
iniziato a vacillare sotto questa ennesima sconfitta.
I parlamentari del PD si
aggirano sgomenti e disorientati.
Il PD, di fatto, è in
liquidazione.
Chi sarà mai il “burattinaio”
che ha manovrati i 101 franchi tiratori?
Romano Prodi, da sempre, nel
PD era inviso a Massimo D’Alema.
Una delle tribù interne al
PD, e quindi di Grandi Elettori, ha come riferimento politico proprio D’Alema,
al punto di essere identificata come “dalemiana”.
Insieme a Marini ed Amato, D’Alema
faceva parte della rosa di candidati che Bersani aveva proposta a Berlusconi.
Berlusconi, oltre alla
gratitudine per aver salvata Mediaset, ha sempre nutrita simpatia per D’Alema.
Ieri mattina, all’interno
del PdL, appena ufficializzata l’indigesta candidatura di Romano Prodi, si era iniziato subito a congetturare come convincere il PD a ripescare la candidatura
di uno degli altri due nomi della rosa, ad esempio quella di D’Alema.
Ora, può darsi che io stia delirando, però capita che qualche volta 2 + 2 faccia 4 !!!
Ora, può darsi che io stia delirando, però capita che qualche volta 2 + 2 faccia 4 !!!
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