Sono trascorsi ormai 71 giorni da quando, era il 25 febbraio, sono state aperte le urne elettorali.
In 71 giorni, un esercito di 630 deputati e 315 senatori è riuscito, con una fatica mostruosa, a:
- eleggere i Presidenti di Camera e Senato;
- rieleggere lo stesso Presidente della Repubblica;
- votare la fiducia al Governo Letta;
- spartirsi le poltrone di vice ministri e sottosegretari;
- spartirsi buona parte delle poltrone di Presidenti, Vice Presidenti e Segretari delle Commissioni Parlamentari permanenti.
Naturalmente, il tempo che questi 945 “onorevoli” hanno trascorso per portare a compimento attività così faticose, nel record sbalorditivo di 71 giorni, è costato alcuni spiccioli ai contribuenti italiani, per le varie indennità, diarie, rimborsi spese per l’esercizio del mandato, spese di trasporto e viaggi, spese telefoniche.
Quali e quante decisioni questo esercito, poco “onorevole” ma molto numeroso, ha messe in atto per combattere almeno le difficoltà più gravose ed impellenti che affliggono gli italiani ?
Domanda inutile ! Ovviamente non è stata presa nessuna decisione.
Eppure, c’è l’urgenza di rifinanziare la cassa integrazione in deroga per non lasciare senza indennità, già a fine maggio, 700.000 lavoratori.
Nei 71 giorni il livello di disoccupazione ha continuato a crescere, per cui servirebbero misure immediate, almeno per frenare l’emorragia.
Poi c’è ancora da trovare una soluzione all’ormai annoso problema degli esodati.
Per non dimenticare che migliaia di imprese, creditrici dello Stato, si aspettano di veder liquidati, senza indugio, almeno 20 dei 40 miliardi che il Governo Monti ha sbloccati fin dal 6 aprile, con un decreto legge.
Può darsi che io sia abituato male dai tempi di reazione con i quali, nelle aziende, si aggrediscono i problemi critici ed urgenti, e per questo faccio fatica a capire e giustificare i tempi della politica.
Certo è che se, dopo 4 anni dal sisma che ha colpito l’Aquila, il Sindaco della città ha deciso di ammainare la bandiera italiana dagli edifici pubblici e di restituire la sua fascia tricolore, in segno di protesta contro i ritardi ed il disinteresse della politica, vuol dire che i politici italiani hanno confermato di essere inadeguati, fanfaroni e perditempo.
Chi non ricorda le tronfie visite di Berlusconi all’Aquila, in compagnia del sodale Bertolaso, e gli impegni assunti per la sollecita ricostruzione della città?
Sono passati 4 anni ed ancora una volta quelle ostentazioni si sono dimostrate solo smargiassate da propinare ai soliti gonzi osannanti.
In questo momento, però, il nostro Paese vive una situazione identica, terremotato non da un sisma ma da una grave crisi economica e sociale, e la politica che fa?
Fa finta di nulla e si svaga con la spartizione delle poltrone e con il rompicapo “IMU si … IMU no?”.
E come decifrare, poi, la decisione di Enrico Letta che, in un momento così drammatico, convoca tutti i ministri del suo governo, nella Abazia di Spineto della Luce, per degli esercizi spirituali che dovrebbero servire a “programmare, conoscersi e fare spogliatoio”?
Se ben ricordo, a Romano Prodi gli esercizi spirituali dei suoi ministri, nel Convento di Gargonza, non gli portarono fortuna, giacché dopo pochi mesi il suo governo fu sfiduciato.
Ma hanno ricordato a Letta questo infausto precedente ?
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