venerdì 17 maggio 2013

Il Presidente la Commissione Giustizia … si è distratto


La più controversa scelta per la presidenza delle commissioni parlamentari è stata quella riguardante la Commissione Giustizia del Senato.
Alla fine l’ha spuntata il candidato imposto da Berlusconi, Nitto Palma.
Parlamentare da 4 legislature, da magistrato è stato vice capo di gabinetto del Guardasigilli Alfredo Biondi per ricoprire, poi, il ruolo di sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia.
Nel IV governo Berlusconi, dapprima, sottosegretario al Ministero dell’Interno, e poi, Ministro della Giustizia.
A leggere il curriculum, quindi, nulla da eccepire se non fosse per alcuni incidenti di percorso in cui Nitto Palma è incespicato.
Nel 2002, eletto per la prima volta alla Camera, si è fatto promotore di un emendamento mirato a far sì che l’immunità parlamentare sospendesse i processi, a carico dei parlamentari, fino al termine del loro mandato.
In pratica l’emendamento era soltanto un’astuzia per assicurare che il parlamentare, rieletto per più legislature consecutive, di fatto non fosse processabile.
A protezione di chi, Nitto Palma, aveva escogitata quella trovata?
La risposta è troppo facile, per cui nessuna bambolina in premio !
Comunque, il vergognoso emendamento alla fine fu ritirato.
Negli anni, Nitto Palma diventa amico del coordinatore del PdL, in Campania, e deputato Nicola Cosentino, sul quale pende una accusa di “concorso esterno in associazione camorristica”, ed è cognato di Mirella Russo, sorella di Giuseppe Russo (noto come Peppe O’Padrino), boss dei casalesi che sconta l’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa.
Poiché su Cosentino incombe una richiesta di custodia cautelare, che è stata ovviamente respinta dal Parlamento, nei giorni un cui il PdL definiva le candidature, per le lezioni politiche del 24 e 25 febbraio scorso, Nitto Palma si è battuto come un leone affinché, al suo amico Nicola, fosse assicurato un nuovo mandato parlamentare in modo che, con l’immunità, potesse sottrarsi ancora all’arresto.
Il PdL, però, non lo ha candidato, così Cosentino, dal 15 marzo 2013, giorno in cui  è decaduto da parlamentare, si trova rinchiuso, in attesa di processo, nel carcere di Secondigliano, dove Nitto Palma gli ha fatto visita, non appena eletto Presidente della Commissione Giustizia del Senato.
E veniamo a quarantotto ore fa.
Nitto Palma, nel manifestare le sue perplessità, a commento della requisitoria pronunciata da Ilda Boccassini, nel Processo Ruby, ha affermato: “sarebbe il primo caso nel mondo occidentale di un leader politico escluso dalla politica non per il dissenso degli italiani ma per via giudiziaria”.
Ascoltando queste parole sono rimasto perplesso, ma soprattutto sorpreso che un magistrato e giurista di chiara fama, quale Nitto Palma, non si sia posto, invece, un’altra logica domanda che, a questo punto, mi permetto suggerirgli.
“In quale democrazia del mondo occidentale a Silvio Berlusconi sarebbe concesso esercitare un ruolo politico, non solo per le condanne ricevute e le inchieste in corso, ma perché esiste una legge dello Stato Italiano che ne stabilisce la sua ineleggibilità ?”
Nel caso il magistrato ed ex Guardasigilli Nitto Palma, si sia distratto e gli sia sfuggita questa legge, mi prendo la libertà di rammentargliela: si tratta del DPR n. 361 del 30 marzo 1957, Titolo II, art. 10 comma 1 punto 1.
A scanso di equivoci, gli ricordo anche che non si tratta di una legge “contra personam”, perché è stata promulgata nel 1957 quando Berlusconi ancora stornellava a bordo delle navi da crociera e nei piano bar.

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