Perché non riconoscere il merito agli italiani ?
Mentre rientravo a casa, macinando centinaia di barbosi chilometri in autostrada, ascoltavo la radio e sono stato colpito da due notizie che mi diverte poter commentare.
Grande risalto è stato dato dal giornale radio, alle parole con le quali, Olli Rehn, Commissario agli Affari Monetari dell’UE, ha comunicato che, entro la fine di maggio, l’Italia potrebbe uscire dalla procedura d’infrazione per deficit eccessivo. Infatti, secondo le previsioni economiche, il nostro Paese potrebbe conseguire un rapporto deficit/Pil del 2,9%, nel 2013, e del 2,5%, nel 2014. La procedura, nei confronti dell’Italia, era stata avviata nel 2009 mentre al governo c'era Silvio Berlusconi. Nell’apprendere questa notizia, positiva per il nostro Paese, gli italiani potrebbero aver visto in Enrico Letta un formidabile uomo dei miracoli. Infatti, confermato a capo del governo da soli tre giorni, e senza aver adottato ancora nessun provvedimento, sarebbe riuscito nella difficile impresa di ottenere, in quattro e quattr’otto, la revoca della procedura d’infrazione. Un vero prodigio! Invece, la realtà è che, come una gran parte dei media, ruffiana e prezzolata, anche il giornale radio, per compiacere i potenti di giornata, ha dimenticato di dire come e perché sia stato ottenuto questo risultato. La verità, infatti, è che la revoca della procedura d’infrazione per deficit eccessivo se la sono guadagnata i cittadini italiani con i sacrifici che loro hanno fatti, anche se mugugnando, sotto la guida del Governo Monti ! Già, ma riconoscere agli italiani ed a Mario Monti il merito di questo risultato avrebbe irritato Letta, Bersani, Berlusconi, Brunetta … quindi meglio far finta di nulla e sorvolare anche sul fatto, ad esempio, che l’UE abbia posta la condizione che non ci siano “cambiamenti della politica economica” avviata dal Governo Monti!
Un'altra notizia, alla quale il giornale radio ha dedicato ampio spazio, riferiva che Enrico Letta, appena scesa la scaletta dell’aereo che lo aveva riportato a Roma, dopo il tour di due giorni a Parigi, Berlino e Bruxelles, avesse convocato d’urgenza ed in tarda serata un consiglio dei ministri, senza neppure comunicare l’ordine del giorno. Per la miseria, perché tanta fretta, si saranno domandati gli italiani? A Berlino o a Bruxelles gli avranno comunicato qualcosa di così grave da non potere essere rinviato a domani, con più calma? Momenti di ansia mista a preoccupazione. Finalmente, a notte fonda il consiglio dei ministri si era concluso e gli italiani avevano potuto tirare un sospiro di sollievo. In effetti, si era trattato davvero di una questione di vita o di morte, urgentissima ed indifferibile. All’ordine del giorno, segreto, c’era la nomina di viceministri e sottosegretari. Un esercizio rigoroso da Manuale Cencelli con la nomina di 10 viceministri e di 30 sottosegretari, distribuiti tra PD (23), PdL (10), Scelta Civica (5), Grande Sud (2). A conti fatti, si è trattato di ben 15 poltrone in più rispetto a quelle del Governo Monti. Letta, così, ha potuto accontentare correnti, sottocorrenti e correntucole di PD e PdL. E poi, Letta avrà pensato: come fare a non recuperare alcuni trombati alle elezioni, come Miccichè e Calenda, oppure una delle più fedeli amazzoni berlusconiane come Michela Biancofiore? Se è con scelte come questa che Letta intende rispondere alla pressante domanda di cambiamento che arriva dagli italiani, non c’è da essere ottimisti !
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