Dando un'occhiata ai post di questo blog nessuno mi può
accusare di appartenere alla schiera di quei creduloni che simpatizzano per il
rudere di Arcore.
Non solo perché non ne condivido nulla, ma anche perché lo trovo sgradevole.
Disapprovo la sua reiterata presa in giro degli italiani con
la favola della “discesa in campo per
amore dell’Italia”, quando è arcinoto che il suo unico scopo, da sempre, è
stato quello di salvaguardare se stesso ed i suoi interessi.
Fino a quando al potere, infatti, c’era il suo padrino e
compare che gli levava le castagne dal fuoco, questo conclamato amore per
l’Italia giaceva polveroso e dimenticato in fondo a qualche cassetto.
Basterebbero le decine di “leggi ad personam” a sbugiardare dichiarazioni così ipocrite … ma purtroppo i creduloni hanno fette di salame sugli occhi.
Trovo, poi, ingiustificabile che, per certificare una fasulla
leadership ed avere la possibilità di spadroneggiare sul suo entourage, abbia
scelto di circondarsi di mezze calzette, di individui incapaci e privi di
personalità, dei quali si serve come “usa
e getta” per realizzare, di volta in volta, i suoi personali ghiribizzi.
Individui così servili da assecondare, senza dignità,
tutte le voglie e le bizzarrie del padrone.
La leadership è ben altra cosa !
Deploro la sua sfrontata convinzione di poter comprare,
con il denaro, tutti e tutto, compresa la dignità e la moralità di una persona.
Un atteggiamento che, a volte, gli ha fatto beccare
qualche sonora musata, come è successo nelle ultime ore quando Renzi,
all’ennesimo invito, di Berlusconi, di fare il salto della quaglia, ha risposto: “le cose si possono comprare, le persone no.
Non tutte almeno. Io no !”.
Un altro aspetto che detesto, del rudere di Arcore, è il
suo comportarsi da cialtrone anche quando ricopre ruoli istituzionali e
rappresenta il nostro Paese nei contesti internazionali.
Un modo di fare, per lui del tutto naturale, che lo porta, però, a
dare prova di cafonaggine e scortesia oltre che nei comportamenti anche nelle
parole.
Naturalmente, poiché non lo tollero in Berlusconi e nei
suoi serventi, non lo accetto neppure quando è lui la vittima di turpiloquio.
Proprio per questo ho disapprovata la volgarità di Luciana
Littizzetto, utilizzata nei confronti di Berlusconi, in una trasmissione della
TV pubblica,.
Che Littizzetto sia convinta di essere una donna moderna
ed emancipata, solo perché ricorre all’uso di un linguaggio becero e sguaiato,
non è un mio problema, bensì di coloro che la reclutano e la pagano
profumatamente per averla nei loro show.
Mi indispone, però, che un guitto, sulla breccia da molti anni, non
abbia imparata ancora la differenza tra satira ed insulto becero, e non sappia rendersi conto che la sua
villania rischi di scatenare reazioni a catena soprattutto da parte di individui che,
già di per sé, sono propensi alla volgarità.
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