Giovedì
6 dicembre ore 9:00, squilla il telefono di Angelino Alfano, figurante nei
panni di segretario del PdL.
L’ordine
che gli arriva, via filo, è categorico: senatori
e deputati PdL si astengano dal votare la fiducia al Governo Monti sui decreti
in esame, il DL sviluppo ed il DL sui
costi della politica negli enti locali ! Guai a voi se non lo fate ! Passo e
chiudo !
In
men che non si dica i cellulari di senatori e deputati del PdL trillano all’unisono,
il messaggino con l’ordine di astensione arriva a tutti.
Nel
giro di pochi istanti, deputato e senatori del PdL si trasformano in 370 marionette.
L'ordine ricevuto, infatti, sembra renderli incapaci
di intendere e di volere.
Si aggirano per i corridoi di Camera e Senato, ingurgitano maritozzi e caffè alla buvette, si abbandonano sui divani del transatlantico, sanno tutti molto bene che se vogliono sperare di essere ancora inseriti, dal marionettista, nelle “liste bloccate” e continuare a godere di emolumenti e privilegi parlamentari, devono ubbidire ciecamente senza capire e senza domandarsi il perché.
Si aggirano per i corridoi di Camera e Senato, ingurgitano maritozzi e caffè alla buvette, si abbandonano sui divani del transatlantico, sanno tutti molto bene che se vogliono sperare di essere ancora inseriti, dal marionettista, nelle “liste bloccate” e continuare a godere di emolumenti e privilegi parlamentari, devono ubbidire ciecamente senza capire e senza domandarsi il perché.
C’è,
però, chi non intende rinunciare alla propria dignità di essere raziocinante, vuole
usare il proprio cervello, e siccome è anche dotato di attributi si
rifiuta di obbedire ad un ordine incomprensibile.
Così,
al Senato sono in quattro ad ammutinarsi votando la fiducia: Beppe Pisanu,
Giuseppe Saro, Paolo Amato e Franco Orsi, coscienti che questo loro gesto li
escluderà di sicuro dalle “liste
bloccate”.
Il
loro esempio, poche ore dopo, è seguito alla Camera da Franco Frattini, Alfredo
Mantovano e Gennaro Malgieri.
Alla
notizia dei 7 ammutinati, possiamo immaginare l’incazzatura del
marionettista e lo schiamazzo stridulo del pollaio di amazzoni che circonda con
devozione quel padre-padrone.
Circostanze
come questa, però, mi fanno riflettere e mi pongo qualche domanda, anche
se nessuno sarà mai in grado di darmi una risposta.
La
comparsata di marionette parlamentari è un fenomeno diffuso in tutti i partiti,
sarebbe sciocco negarlo.
L’assemblea
della Camera, però, prevede 630 deputati, e quella del Senato annovera 315
senatori.
Noi
italiani, quindi, ci permettiamo il lusso, da sempre, di mantenere uno sciame di
945 individui, ben remunerati dallo Stato e beneficiati con privilegi scandalosi.
Questo
atto di ossequio alla supposta democrazia costa ai contribuenti italiani più o
meno un miliardo e mezzo di euro ogni anno.
Siccome,
però, si tratta di individui che, spesso si comportano da marionette manovrate da pochi marionettisti,
che decidono ed impartiscono loro gli ordini, mi domando perché mai gli
italiani debbano mantenere 945 figuranti quando, ad essere generosi, ne
basterebbero alcune decine, toh … volendo esagerare diciamo cento.
C’è
un altro aspetto, però, che mi rode il fegato e mi fa girare i santissimi, ogniqualvolta
ci penso.
Mi
riferisco al fatto che, se un operaio, un impiegato, un magistrato, è eletto
deputato o senatore, non ha altra scelta che dimissionarsi o chiedere
l’aspettativa, rinunziando così a percepire il normale stipendio del posto di
lavoro che lascia.
Ora,
perché mai, invece avvocati, commercialisti, medici, imprenditori, commercianti,
e via dicendo, se eletti parlamentari possono continuare a gestire le loro redditizie
attività private, nonostante siano retribuiti dallo Stato per il loro mandato
parlamentare ?
Questa
indecente difformità etica è una delle causa che induce lo scoramento in
chiunque guardi le aule deserte quando la TV trasmette le dirette dal
Parlamento.
Davanti a spettacoli così avvilenti m’incazzo, perché, in quel momento, gli
assenti, pur se retribuiti dallo Stato, in realtà sono occupati altrove a
gestire i loro affari personali.
E,
tanto per non far nomi, ecco i 5 campioni di assenteismo parlamentare della
corrente legislatura:
1.
Forcieri
Giovanni Lorenzo (PD)- assenteismo del 98%
2.
Gaglione
Antonio (Gruppo Misto) - assenteismo del 92%
3.
Ghedini
Nicolò (PdL) – assenteismo del 81%
4.
Verdini
Denis (PdL) – assenteismo del 75%
5.
Bersani
Pierluigi (PD) – assenteismo del 73%
Per me
sarebbero meritevoli di licenziamento per giusta
causa, con accompagnamento a calci nel deretano, checché ne pensi Susanna
Camusso e l’ex articolo 18 !
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