domenica 16 dicembre 2012

Se i preti facessero “coming out”

 
Il signor Ratzinger, prosegue con cocciutaggine le sue crociate contro le interruzione di gravidanza, i matrimonio gay, l’eutanasia, le cellule staminali, i preservativi, l’ordinamento delle donne, il matrimonio per i sacerdoti, etc.
Nel contempo, il signor Ratzinger, con la sua ipocrisia cattolica si ostina a nascondere l’immoralità che, da sempre, è ampiamente diffusa nel apparato clericale.
Eppure, sempre più frequenti sono le avvisaglie d’insofferenza, e gli aneliti di rinnovamento che provengono dai settori più progressisti della stessa struttura ecclesiastica.
Non è difficile intuire, però, scarse chance di successo per i tentativi di scalfire il granitico regime vaticano, che attraverso due millenni si è corazzato usando le armi dell’ipocrisia e dell’occultamento.
Nonostante, infatti, in ogni parte del mondo, siano sempre più le evidenze di colpe vergognose, di cui si sono infamati e continuano ad infamarsi membri del clero cattolico, il signor Ratzinger fa finta di non vedere e non sentire, pur di mantenere immutato il regime vaticano.
Capita, però, che ogni tanto qualcuno decida di scrollarsi di dosso l’impalcatura dell’ipocrisia, per recuperare la sua dignità di uomo.
È appunto quello che è accaduto, giorni fa, in una frazione di Trapani.
Durante la celebrazione della messa, il parroco, don Vito Lombardo, è salito sul pulpito ed ha voluto condividere, con i parrocchiani, la sua gioia per il figlio che, tra qualche mese, metterà alla luce la donna che lui ama.
Naturalmente, il trentatreenne Vito, oramai “ex don”, dismetterà l’abito talare per sposare la sua amata.
Se fossi stato tra i presenti, in quella chiesa, mi sarei alzato e lo avrei applaudito, con entusiasmo, per quel autentico atto di lealtà verso se stesso e verso i suoi parrocchiani.
Alla lettura di questa notizia, ho immaginato che fantastico sarebbe se i pulpiti, in tutte le parrocchie sparse nel mondo, come per magia diventassero per un giorno lo strumento per consentire alla lealtà di sconfiggere l’ipocrisia.
Avremmo, così, sacerdoti, sul pulpito per confessare ai propri parrocchiani di avere un’amante e, magari, anche dei figli.
Altri sacerdoti, dal pulpito potrebbero ammettere di essere malati di pedofilia, mettendo così in guardia i genitori delle possibili vittime.
Ci sarebbe chi riconoscerebbe le sue inclinazioni omosessuali.
Altri avrebbero modo di svelare la loro contiguità con organizzazioni malavitose.
Forse, per le coronarie del signor Ratzinger, sarebbe un colpo micidiale il contemporaneo “coming out” di questi sacerdoti.
Forse … perché credo che per il signor Ratzinger si tratterebbe solo della conferma di situazioni a lui già ben note.

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