Il signor Ratzinger, prosegue con cocciutaggine le sue
crociate contro le interruzione di gravidanza, i matrimonio gay, l’eutanasia,
le cellule staminali, i preservativi, l’ordinamento delle donne, il matrimonio
per i sacerdoti, etc.
Nel contempo, il signor Ratzinger, con la sua ipocrisia cattolica
si ostina a nascondere l’immoralità che, da sempre, è ampiamente diffusa nel
apparato clericale.
Eppure, sempre più frequenti sono le avvisaglie d’insofferenza,
e gli aneliti di rinnovamento che provengono dai settori più progressisti della
stessa struttura ecclesiastica.
Non è difficile intuire, però, scarse chance di
successo per i tentativi di scalfire il granitico regime vaticano, che attraverso
due millenni si è corazzato usando le armi dell’ipocrisia e dell’occultamento.
Nonostante, infatti, in ogni parte del mondo, siano sempre
più le evidenze di colpe vergognose, di cui si sono infamati e continuano ad
infamarsi membri del clero cattolico, il signor Ratzinger fa finta di non
vedere e non sentire, pur di mantenere immutato il regime vaticano.
Capita, però, che ogni tanto qualcuno decida di scrollarsi
di dosso l’impalcatura dell’ipocrisia, per recuperare la sua dignità di uomo.
È appunto quello che è accaduto, giorni fa, in una
frazione di Trapani.
Durante la celebrazione della messa, il parroco, don Vito
Lombardo, è salito sul pulpito ed ha voluto condividere, con i parrocchiani, la
sua gioia per il figlio che, tra qualche mese, metterà alla luce la donna che
lui ama.
Naturalmente, il trentatreenne Vito, oramai “ex don”, dismetterà l’abito talare per
sposare la sua amata.
Se fossi stato tra i presenti, in quella chiesa, mi sarei alzato e lo avrei
applaudito, con entusiasmo, per quel autentico atto di lealtà verso se stesso e
verso i suoi parrocchiani.
Alla lettura di questa notizia, ho immaginato che fantastico
sarebbe se i pulpiti, in tutte le parrocchie sparse nel mondo, come per magia diventassero
per un giorno lo strumento per consentire alla lealtà di sconfiggere l’ipocrisia.
Avremmo, così, sacerdoti, sul pulpito per confessare ai
propri parrocchiani di avere un’amante e, magari, anche dei figli.
Altri sacerdoti, dal pulpito potrebbero ammettere di
essere malati di pedofilia, mettendo così in guardia i genitori delle possibili
vittime.
Ci sarebbe chi riconoscerebbe le sue inclinazioni omosessuali.
Altri avrebbero modo di svelare la loro contiguità con
organizzazioni malavitose.
Forse, per le coronarie del signor Ratzinger, sarebbe un
colpo micidiale il contemporaneo “coming out” di questi sacerdoti.
Forse … perché credo che per il signor Ratzinger si tratterebbe solo
della conferma di situazioni a lui già ben note.
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