È sufficiente che un qualsiasi
politico intraveda, nei paraggi, un microfono od il taccuino di un cronista,
per incominciare a parlare.
Nella quasi totalità
dei casi, il politico non ha nulla d’intelligente o di interessante da dire, ma
il microfono od il taccuino lo eccitano, e lui raggiunge una eloquenza
orgasmica.
Mentre blatera, di
solito rivolge lo sguardo all'intorno, verifica che tutti prestino attenzione e
pendano dalle sue labbra.
Capita, a volte, che
qualche cronista gli rivolga una domanda inattesa ed allora il politico, se non
sa come arrabattare una risposta, si rifugia in un “no comment”.
Una situazione, questa,
nella quale non si potrà trovare mai Berlusconi perché, nel caso qualcuno
osasse fargli una domanda non scritta nel copione, lui sfoggerebbe il più
classico dei suoi celebri: “vuole che me ne vada
? me ne vado”.
Per il politico ordinario,
invece, che deve rispondere anche a domande non concordate, i peggiori nemici sono
i vuoti di memoria oppure le dichiarazioni,
di qualche ora o di qualche giorno prima, rilasciate sotto condizionamento dell’ipocrisia strumentale.
Uno degli esempi ricorrenti
di politico smemorato è quello di Fabrizio Cicchitto.
L’ultimo infortunio in
cui è incespicato Cicchitto è di questi giorni.
Non appena Mario Monti
ha cinguettato su twitter “Insieme
… saliamo in politica”, Cicchitto è partito lancia in resta sproloquiando
contro Monti e denunciando un “vulnus
politico ed istituzionale”.
Ora, sarà effetto di
una memoria resa insicura dalla sua non più giovane età, sarà perché costretto
a picchiare duro su Monti, per ordine ricevuto da Berlusconi, Giove Ottimo
Massimo (come lo chiama Albertini),
fatto sta che lo sbadato Cicchitto ha dimenticato che soli dieci giorni prima,
era il 14 dicembre, aveva detto “siamo tutti
convinti nel sostenere come “auspicabile” il ruolo di Monti quale aggregatore dei
moderati”.
Porca miseria, è
proprio vero che, pur di esaudire i diktat di Berlusconi e così tentare di difendere
il posto nelle liste elettorali, Cicchitto è disposto anche a sputtanarsi.
Infatti, anche il più novizio
dei cronisti potrebbe rivolgergli una semplice domanda: “Cicchitto, se lei non percepiva nessun vulnus, né politico né istituzionale,
solo dieci giorni fa, per quel ruolo di aggregatore dei moderati, che lei auspicava
per Monti, come mai improvvisamente, lo avverte oggi che Monti ha scelto di assumere
lo stesso ruolo di aggregatore dei moderati, ma escludendo il PdL ?”.
Certamente Cicchitto potrebbe
far finta di non capire la domanda, oppure farfuglierebbe qualcosa come, ad
esempio: “non ci avevo pensato !”.
Peraltro, Monti avendo
rassegnate formalmente le dimissioni da Capo del Governo, come previsto dalla
Carta Costituzionale rimane in carica solo per gestire l’ordinaria
amministrazione.
In pratica, cioè,
Monti, può compiere esclusivamente atti per l’esecuzione delle leggi vigenti,
ma deve rigorosamente astenersi da ogni atto discrezionale e politico.
Quindi, di fatto, Monti
oggi è un comune cittadino, spoglio di ogni potere discrezionale e politico.
Può darsi che Cicchitto
avesse ben presente questa parte della Costituzione, quando auspicava che Monti
diventasse l’aggregatore dei moderati, però oggi non gli fa comodo
ricordarla perché Monti ha deciso di essere l'aggregatore dei moderati ma di non includere tra i moderati il PdL.
Una riconferma dell’ipocrisia
strumentale di cui è uno specialista Fabrizio Cicchitto !
Prendendo in prestito
una simpatica espressione napoletana sarei tentato a dirgli: “a’ Cicchi’ … e magnete o’ limone !” (*).
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(*) Questa colorita espressione napoletana esorta a ricercare, in un succoso limone di Sorrento, la consolazione per
una delusione od un dispiacere.
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