Non passa giorno che
non capiti di chiedermi se, nel panorama dei media nazionali, esistano
cronisti, inviati, giornalisti, conduttori televisivi e compagnia bella, dotati
di congrui attributi.
È una domanda che mi
pongo con maggiore frequenza in periodi, come quello attuale, di
avvicinamento alle elezioni politiche.
Basta seguire un qualsiasi
talk show televisivo per rendersi conto che sono le appartenenti al mondo dell’informazione,
di sesso femminile, decisamente più combattive che, difficilmente, si fanno
prendere per il naso dai loro interlocutori.
Il cosiddetto sesso
forte, invece, dà prova di essere così insicuro e remissivo da tollerare che
intervistati ed interlocutori possano raccontare le loro panzane, senza mai incontrare un’obiezione
alla gratuità ed infondatezza delle loro affermazione.
Possibile che non si
rendano conto di apparire, a chi li ascolta, e magari li sta anche guardando,
come fantocci privi di personalità, non professionali, incapaci ed un tantino cortigiani
?
Naturalmente il livello
di servilismo è direttamente proporzionale al supposto potere politico e/o
economico della persona da intervistare o con la quale interloquire.
Prendiamo, ad esempio,
Bruno Vespa.
Quando ospita Berlusconi si prostra ai suoi desideri con disgustoso
servilismo, salvo poi esibire verve inquisitoria quando, ospiti del suo
salotto, sono personaggi non vicini al suo credo.
Ma occupiamoci di
attualità.
Da oltre dieci giorni un
invasato Berlusconi imperversa, ad ogni ora del giorno, in radio, in Tv, sulla
stampa, e straparla di tutto, ma soprattutto si polarizza sul dare addosso a
Monti e denigrarlo.
Una bambolina in premio
a chi indovina perché lo faccia !!!
Ad esempio, domenica
scorsa, intervistato (si fa per dire !)
da Massimo Giletti, su RAI 1, Berlusconi pur rendendosi ridicolo con la
ripetuta sceneggiata del “se non mi fa
parlare me ne vado”, è riuscito comunque ad impedire che Giletti gli ponesse domande
o gli confutasse le sue bislacche affermazioni, raggiungendo così il suo scopo di
prodursi in logorroici monologhi.
Mi domando perché
Giletti, visto che Berlusconi gli impediva, di fatto, di svolgere il ruolo, per
il quale è retribuito da RAI, cioé porgere domande e obiettare alle false verità, non
abbia deciso lui di abbandonare lo studio televisivo motivando il gesto semplicemente
con “dal momento che lei non mi consente
di svolgere il mio ruolo la mia presenza qui è superflua”.
Questo sì che sarebbe
stato un autentico e lodevole coup de théâtre!
Sicuramente Berlusconi
sarebbe rimasto disorientato, ed almeno per qualche secondo si sarebbe zittito.
Per la prima volta, in
vita sua, avrebbe smarrita la sua prosopopea, trovandosi di fronte a qualcuno
che non era disposto a subire tanta tracotanza.
Sicuramente Giletti
avrebbe riscosso uno strepitoso applauso dal pubblico presente, con l’immaginabile
imbarazzo di Berlusconi.
Ognuno può fantasticare
su cosa avrebbe potuto succedere nei minuti successivi.
Certamente, nelle ore
successive, Giletti sarebbe stato vittima di un nuovo editto bulgaro.
Tutto
questo però appartiene ad un libro dei sogni che è sconosciuto a noi italiani, per
cui siamo condannati a dover sopportare ancora questi spettacoli di squallida piaggeria.
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