A qualcuno doveva capitare tra le mani la patata bollente
dell’ILVA di Taranto !
E forse non è casuale che il problema, acutizzatosi in
decenni di disinteresse da parte della classe politica, sia finito sul tavolo
del Governo Monti, cioè di una compagine arrivata per caso a Palazzo Chigi, ed estranea
alla miope ed ottusa politica dei partiti.
Mi fa incavolare che politici e sindacalisti, solo in
questi giorni e con stupore, scoprano che a Taranto esiste un drammatico
problema di inquinamento dell’ambiente e di danni alla salute dei lavoratori e
degli abitanti di Taranto.
È lecito domandarsi, ad esempio, cosa abbiano fatto i
Ministri della Salute, di destra, di centro e di sinistra, in tutti questi anni.
Non penseranno mica di avere la coscienza
pulita questi signori che si sono susseguiti, come ministri, negli ultimi 20
anni: F. De Lorenzo (1991-1993), M.P.
Garavaglia (1993-1994), R. Costa (1994-1995), E. Guzzanti (1995-1996), R. Bindi (1996-2000), U. Veronesi (2000-2001), G. Sirchia (2001-2005), F. Storace (2005-2006), L. Turco (2006-2008), F. Fazio (2008-2011) ?
Ed i sindacati ?
Che cosa hanno fatto, in questi anni, per tutelare la
salute dei lavoratori ILVA e delle loro famiglie ?
Quali azioni hanno fatto per costringere la proprietà Riva ad attuare interventi di risanamento degli impianti ?
Sono convinti di non avere gravi responsabilità i
segretari generali di CGIL: S. Cofferati (1994-2002),
G. Epifani (2002-2010) e S. Camusso (dal 2010) ?
E non hanno nulla da rimproverarsi i segretari generali di
CISL: S. D’Antoni (1991-2000), S.
Pezzotta (2000-2006) e R. Bonanni (dal 2006) ?
Alla fine, ha dovuto intervenire la Magistratura per
costringere a girare pagina e ad affrontare il problema.
Non è la prima volta che, nel nostro Paese, i
Magistrati siano costretti a sostituirsi all’ignavia della politica.
Purtroppo, però, la situazione ILVA oltre ad essere
drammatica è anche molto complessa, perché sono in conflitto tra loro due
diritti sanciti dalla Carta Costituzionale, il diritto alla salute ed il
diritto al lavoro.
Il Decreto Legge, predisposto dal Governo Monti appare
come un tentativo di conciliare entrambi, anche se il risanamento dello
stabilimento, di fatto, rinvia il compimento di condizioni che tutelino la
salute soprattutto degli abitanti di Taranto.
Ma non è solo questo l’aspetto che potrà rendere difficile
la vita del decreto; un decreto sicuramente non gradito al “Comitato per Taranto” che ha già accusato Monti di aver “sancita la sconfitta del mondo operaio,
delle ragioni della popolazione e della stessa giustizia sociale”.
Occorrerà attendere, infatti, le decisioni della Procura
di Taranto che si è riservata di valutare il testo del decreto con riferimento
ai provvedimenti già decisi, fino ad oggi, dalla Magistratura.
L’incognita è che la Procura si possa rivolgere al giudice del
riesame per proporre eccezione d’incostituzionalità del decreto o per sollevare
conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
Dato e non concesso, però, che la Procura rinunzi a
contrastare l’iniziativa del Governo, incomberanno sul decreto le scelte del futuro
governo che uscirà dalle urne nel 2013.
Infatti, già oggi Vendola, partner di un eventuale governo
di centrosinistra, e come Presidente della Regione non esente da responsabilità,
ha già anticipata la sua contrarietà al decreto qualora non “affermi il primato del diritto alla salute”.
Con queste premesse non si può certo considerare avviato a soluzione definitiva
lo stato di sofferenza che interessa l’ILVA.
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