Imitando Berlusconi, anche Mario Monti ha obbligato il popolo dei cosiddetti
moderati a trascorrere le giornate sfogliando la margherita: “si candida ?”, “non si candida ?”.
Finalmente, dopo settimane di attesa, “alea
iacta est” ed il Professore manifesta la sua decisione di “salire in politica”.
Comprendere se sia nata prima la “Agenda
Monti” o la sua decisione di entrare nell’agone, è un po’ come risolvere il
dilemma se sia nato prima l’uovo o la gallina, per cui ognuno è libero di
pensarla come preferisce.
Resta il fatto che l’autentico primo atto, della sua salita in politica, sia
stato l’incontro svoltosi a Roma, in clausura, nel refettorio del convento
delle Suore di Sion.
Ora, come certamente insegnano anche ai bocconiani, il primo ma
fondamentale tassello di un qualsiasi piano di marketing è l’identificazione e
messa a punto del “prodotto” da
offrire al mercato, valutandone con attenzione i “plus” ed i “minus”,
proprio per far sì che il prodotto presenti livelli di “appeal” tali da attrarre l’interesse dei potenziali clienti.
Questo vale sia nel caso che si voglia immettere sul mercato un nuovo
formaggino, sia che si voglia proporre al mercato elettorale un nuovo progetto
politico.
In tutti i casi, comunque, per determinare i “plus” ed i “minus” è
necessario avere idee molto chiare su alcune scelte strategiche preliminari.
Scelte che si correlano a fattori determinanti come, ad
esempio: quale sia il mercato al quale indirizzarsi, quali le aspettative di
questo mercato, quali i “minus”, prima, ed i “plus”, poi, dei prodotti
concorrenti, quale livello di novità si sia capaci di realizzare, e via
discorrendo.
Probabilmente, nella mente del Professor Monti almeno le principali
scelte strategiche erano molto chiare, anche prima di decidere la sua salita in
politica, almeno così traspariva dalle sue dichiarazioni.
Sennonché, con il passare dei giorni, si è verificata una progressiva
divaricazione del “prodotto” da quello
che, al Professor Monti, avrebbero consigliato le logiche di marketing.
Ad incominciare dalle peculiarità stesse del prodotto.
Dal mercato di riferimento, cioè gli elettori italiani, da molto tempo
giungono segnali inequivocabili di disgusto e d’insofferenza per la classe
politica che imperversa da decenni, segnali avvalorati anche da una diffusa
richiesta di rinnovamento radicale della scena politica e dei suoi
protagonisti.
Quindi, già la scelta di presentare alla Camera tre liste diverse, due
delle quali, UdC e FLI, presenti nello scenario politico italiano da decenni,
tradisce la richiesta di radicale rinnovamento ed annacqua i buoni propositi di
cambiamento predicati da Monti.
Corrado Passera, che in fatto di strategie ha l’occhio vispo e lungo, aveva
ragione nel volere una lista unica sia alla Camera sia al Senato.
In effetti, che credibilità può avere una proposta politica che si
propone come innovativa, quando agli elettori si ripresentano ancora personaggi
come Casini, Fini e Buttiglione, tutti e tre di lunga militanza parlamentare ?
Ma, a dirottare il “prodotto”
dalle logiche del cambiamento atteso dal corpo elettore, non c’è solo questo.
Infatti, a sconfessare le buone intenzioni del Professore che predica rinnovamento
etico e virtuoso, anche nella scelta delle candidature, ci ha pensato Casini
che, nelle liste UdC per la Camera, candida Silvia Noé, moglie di suo fratello,
e Fabrizio Anzolini, fidanzato di sua figlia.
Per la miseria, altro che rinnovamento morale della politica, siamo alla
recrudescenza delle forme più indecenti di quel nepotismo che da decenni
infetta la nostra vita quotidiana ed, in particolare, la politica.
A voler chiudere un occhio, bonariamente, si potrebbe ipotizzare che il
Professor Monti abbia pensato che, in fondo, fossero problemi con i quali avrebbero
dovuto fare i conti solo UdC e FLI.
Ed invece no, perché Monti ha proseguito verso il harakiri, candidando Casini, che da 30 anni è parcheggiato in
Parlamento, come capolista al Senato della lista “Con Monti per l’Italia”, in ben 5 regioni, Lazio, Campania,
Sicilia, Calabria e Basilicata.
Ora, il Professor Monti dovrebbe sapere che è contro ogni logica di
marketing proporre al mercato, anche quello elettorale, un prodotto caratterizzato
proprio da ciò che il mercato rifiuta ed, anzi, disprezza.
Per
questo, il Professor Monti merita un voto di grave insufficienza in materia
di marketing politico.
2 commenti:
mi suggerisci chi votare????????????????????barbara
Te lo dirò il 23 febbraio a mezzanotte... se mi sarò schiarite le idee !!!
Posta un commento