giovedì 24 gennaio 2013

Denigrare Monti per attaccare l’Europa


Quando lunedì sul Financial Times è stato pubblicato, a firma dell’editorialista tedesco Wolfgang Munchau, un articolo dal titolo molto netto: “Why Monti is not the right man to lead Italy” (Perché Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia), era impossibile non rimanere sorpresi.
Come mai il Financial Times, tra i più autorevoli organi di stampa degli ambienti finanziari, non solo inglesi, attacca così direttamente Mario Monti, che è accusato da più parti, almeno in Italia, di essere portatore proprio delle istanze dei poteri finanziari internazionali ?
Ad accrescere la sorpresa anche il ricordo che, sulle stesse pagine del Financial Times, pochi mesi prima, il più autorevole dei suoi columnist, Philip Stephens, aveva firmato un pezzo, dal titolo indicativo: “Europe rests on Monti’s shoulders” (L’Europa si appoggia sulle spalle di Monti), affermando che, grazie a Monti “…l’Italia è tornata al centro della scena europea e mondiale”, e che “…anche Barack Obama fa apertamente il tifo per lui”.  
Come non carezzare, a questo punto, il dubbio che, nel pensiero di Munchau, “gatta ci covi” ?
Un dubbio confermato poi dal confronto delle diverse prospettive, di Stephens e Munchau, nel valutare Monti ed il suo operato, confronto dal quale emerge la palese contrapposizione dei loro punti di vista.
Stephens apprezzava, nel suo editoriale, l’impegno di Monti sia nel ridare voce all’Italia nei consessi europei e mondiali, dopo anni di emarginazione, sia nel far valere il peso dell’Italia nelle decisioni dell’Europa.
Munchau, dal canto suo, interpretando lo spirito antieuropeo di gran parte degli inglesi, sembra mosso dal timore che un rinvigorito contributo dell’Italia e di Monti possa, invece, rafforzare quell’Europa alla cui affermazione Londra ha sempre guardato con preoccupazione.
La prospettiva, cioè, che il peso dell’Italia possa rinsaldare i progetti europeistici di Germania e Francia, per Munchau sembra essere fonte di inquietudine.
Non potendo rivelare al mondo, per opportunismo, le sue inclinazioni antieuropee, a Munchau non restava altro che denigrare Monti, criticandone l’operato solo a livello nazionale.
A sorprendere e lasciare perplessi, infatti, è che Munchau, affermato editorialista, si sia limitato a citare gli effetti del lavoro svolto da Monti, nei suoi undici mesi di governo, senza alcun riferimento alle difficoltà in cui si dibatteva l’Italia al momento del suo insediamento, ma soprattutto senza analizzarne obiettivi, processi e vincoli.
Solo frutto di superficialità oppure il suo scopo era altro ?
Sta di fatto, e la coincidenza temporale può darsi che sia del tutto casuale, che l’editoriale di Munchau ha preceduto di sole 48 ore il discorso di David Cameron, nel corso del quale il premier ha promesso agli inglesi che, se sarà rieletto nel 2015, indirà un referendum per decidere della permanenza, o meno, dell’Inghilterra nell’Unione Europea.
È evidente, infatti, che se nel 2015 l’Unione Europea risultasse rafforzata e più integrata, grazie ad una maggiore intesa politica ed economica, tra Italia, Germania e Francia, per l’Inghilterra l’uscita dall’Europa potrebbe risultare ancora più svantaggiosa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Adesso che per giustificare Monti si ricorre alla dietrolgia beh mi sembra troppo ..... "Il coraggio ha abbandonato la nostra specie, o forse non lo abbiamo mai realmente avuto."

Alex di Monterosso ha detto...

Mettere a confronto due articoli apparsi sul Financial Times a distanza di pochi mesi non è dietrologia ma semplicemente usare quel minimo di cervello e buon senso che ancora resta in un mondo di pecore pronte a credere a tutto quello che raccontano i capibastone. Certamente il coraggio non è una peculiarità delle pecore !!!