Finalmente oggi
dovrebbe entrare in vigore la “par
condicio”, emanata dalla Commissione di Vigilanza per le prossime
elezioni politiche.
Ribadisco “finalmente”,
perché c’è da augurarsi che così finiscano le scorrerie di Berlusconi su tutti
i media nazionali e locali.
Non si è azzardato a
chiedere ospitalità anche a “Radio
Vaticana” ed a “Radio Maria” solo
perché lo avrebbero censurato.
In tutte le sue performance mediatiche Berlusconi ha trovato il modo per
insultare i suoi vecchi alleati, Casini e Fini, bollati, di volta in volta, come
“orrendi anzi orrendissimi”, “i peggiori politici”, “le peggiori persone da me incontrate”, “traditori di chi li ha eletti”, e così
via.
Evidentemente Berlusconi,
avvezzo, nelle sue aziende come nel PdL, a soggiogare dipendenti e lacchè, che
non ardiscono contraddirlo, è incapace di accettare il confronto con chiunque
non sia disposto a subire la sua arroganza, il suo dispotismo, o a dare credito
al bagaglio di menzogne che lui pretende di esibire impunemente.
È un atteggiamento questo che
si palesa in tutta la sua assurdità quando, dopo aver concessa un’intervista, Berlusconi
accampa la pretesa che l’intervistatore non gli ponga domande.
La ridicola sceneggiata,
inscenata giorni fa, continuando a minacciare di abbandonare lo studio solo perché
messo alle corde dalle domande di Massimo Giletti, è ormai una perla della
storia televisiva.
Culturalmente
antidemocratico, Berlusconi vive con disagio ogni situazione nella quale non può
imporre la sua volontà.
Chiunque, perciò, non
condivida le sue opinioni, caratterizzate peraltro da costanti contraddizioni,
o non si sottometta alle sue stramberie, è considerato da lui un traditore.
In questi giorni, anche
se pubblicamente non lo ammetterà mai, considera traditore anche Mario Monti
che ha osato non accettare la sua proposta di diventare l’aggregatore dei
moderati.
Ne è prova il fatto che
da giorni si è intestardito, dimostrando tutta la sua insensatezza, ad invitare Monti a dimettersi da “senatore a vita”, solo perché è entrato
nell’agone elettorale, visto che di
dimissioni non ne aveva mai parlato quando era lui a chiedere a Monti di mettersi a capo dei
moderati.
Oramai, è assodato che
Berlusconi consideri Monti non un avversario politico, ma un nemico da
offendere e denigrare, e per confermarlo, nel corso di un incontro al Corsera,
ha voluto definire Monti, Casini e Fini il “trio
sciagura”.
E per
fortuna che da autorevoli protagonisti non solo del mondo politico, si è auspicato
che la campagna elettorale possa svolgersi in un clima civile, confrontandosi
solo su proposte politiche !
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