Abbandonate le vesti
del trionfatore, da qualche settimana Pierluigi Bersani si è abbigliato con le
vesti di un questuante.
Dapprima, ha piatito la
desistenza di Rivoluzione Civile nel voto per il Senato, in modo da avere
maggiori probabilità di ottenere la maggioranza a Palazzo Madama, ed Ingroia
gli ha sbattuta la porta in faccia.
Oggi invece, con parole
del tutto cervellotiche: “noi abbiamo
fatta una proposta civica, loro si chiamano Scelta Civica, chissà che ci
pensino”, si rivolge implicitamente a Monti per chiedergli di abbandonare
al suo destino Albertini ed appoggiare il candidato PD alla Regione Lombardia,
Ambrosoli.
Ora che per la semplice
comunanza di una parola, “civica”, possa
pensare che Monti ed Albertini rinunzino alla loro proposta politica per
favorire il PD, mi sembra frutto di una mente non in buona salute.
Sarebbe un po’ come
dire che, se due aziende concorrenti riportano nella loro ragione sociale la dicitura
“società per azioni”, una delle due possa
chiedere all’altra di stare lontana dal mercato.
L’impressione è che gli
ultimi sondaggi, che vedono ridursi il distacco tra centrosinistra e
centrodestra, stiano causando a Bersani così tanta strizza da fargli dire e
fare cose strampalate.
Non ci sarebbe da
stupirsi, perciò, se domani, dopo aver ricevuto anche l’inevitabile fatal rifiuto
da parte di Monti, Bersani possa chiedere a Beppe Grillo il suo sostegno per
vincere la corsa alla presidenza della Regione Lombardia.
Giorno dopo giorno, man
mano che la poltrona di Palazzo Chigi gli appare sempre più difficile da
raggiungere, Bersani rischia di scivolare nel ridicolo.
Così come ridicole, d’altra
parte, sono le badilate di “non so e se c’ero
dormivo” con le quali, Bersani & Co, si affannano a nascondere le
magagne del MPS.
Da oltre 20 anni a
Siena, in Comune e Provincia, a farla da padrone è il PD, oggi, ed i suoi
antenati, prima.
Nella Fondazione MPS il
PD ed i suoi antenati, hanno sempre disposto della maggioranza più che
assoluta, ed hanno scelti loro i vertici di MPS.
La storiella che
fossero solo i rappresentanti locali del PD a gestire i legami con MPS non solo
non è credibile, ma appare come uno squallido tentativo di fare lo scaricabarile.
Il vero problema di
Bersani, in questa campagna elettorale, è che ha difficoltà a proporre agli
elettori i suoi programmi, per cui è costretto a mendicare soccorsi a destra ed
a manca.
Infatti, se andasse in
TV ad esporre i programmi del PD, quelli che lui ha veramente in testa, finirebbe
per dire cose, per non compromettere il matrimonio con Vendola, che infastidirebbero
le correnti più centriste e moderate del PD, e dall’altro, per non scontentare
questi suoi compagni di partito dovrebbe fare affermazioni indigeste a Vendola.
È contro la sua natura,
di persona paciosa e perennemente insicura, doversi esibire, questa volta, come
funambolo, senza rete, e camminare su un cavo teso sopra un mare di fanghiglia,
evitando di cadere giù e sperando di arrivare fino a Palazzo Chigi.
Se questa
volta, dopo aver imbrogliate le carte per sconfiggere Renzi, non dovesse raggiungere
il traguardo, per Bersani si celebrerebbe il funerale politico.
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