Mancano sette settimane
all’apertura dei seggi per le elezioni politiche 2013.
Lo si capisce dalle innumerevoli incursioni in radio, in TV, sulla stampa, che Berlusconi effettua,
ogni giorno da un mese, e dalle prime comparse di Mario Monti, nella sua nuova
veste di politico, mercoledì mattina su “Radio
Anch’io” e giovedì mattina su “RAI
Uno Mattina”.
Sono bastate due sole interviste
fatte al politico Monti per scatenare le ire ridicole di Berlusconi e dei suoi
lacchè, che contestano l’eccessivo spazio concesso a Monti.
Una faziosità così
ottusa da rasentare l’indecenza !
Anche perché,
attraverso le onde radio e gli schermi televisivi sono presenti, ogni giorno, i
politici di tutti i partiti, di prima, di seconda e perfino di terza fascia.
Quello di cui si
avverte la mancanza, invece, è una modalità che costringa i politici alla
trasparenza quando si propongono ai cittadini.
Come elettore mi interesserebbe
che, in campagna elettorale, coloro che erano in Parlamento nella legislatura terminata,
e si ricandidano, si presentassero agli elettori dichiarando, ad esempio, per
quali leggi abbiano votato a favore o contro.
Sarebbe già sufficiente
una specie, diciamo così, di “curriculum
dei voti dati”, per mettere l’elettore nella condizione di valutare la propria
affinità politica con ogni candidato e con il partito.
Sono certo che l’idea potrà
sembrare bizzarra e non gradita ai politici, ma proverò a motivarla con un’esemplificazione.
Con il DL 201 del
6.12.2011, noto come “Salva Italia”, art.
23ter, il Governo Monti è intervenuto per arginare lo scandalo degli stipendi faraonici
percepiti dai boiardi di Stato, fissando, come limite massimo, il trattamento
economico percepito dal primo Presidente della Corte di Cassazione, cioè circa €
300.000.
Con quel provvedimento il
Governo intendeva porre fine all’indecenza che aveva consentito, per fare solo tre
esempi, al Presidente INPS di percepire uno stipendio di oltre 1.200.000 euro, al
Capo della Polizia uno stipendio di 620.000 euro, ed al Ragioniere generale
dello Stato uno stipendio di 520.000 euro.
Il dispositivo, ovviamente,
avrebbe prodotti i suoi effetti anche ridimensionando le “pensioni d’oro” che questi manager avrebbero a suo tempo maturate.
Sennonché, proprio
nelle ultime ore della legislatura, in corso di approvazione della cosiddetta “legge di stabilità”, che ti fa la
senatrice del PdL Cinzia Bonfrisco ?
Presenta un emendamento
che vanifica i paletti fissati dal Governo Monti e ne stabilisce la non
retroattività ai fini pensionistici.
Che cosa comporta
questo emendamento ?
Semplice, è un sontuoso
regalo natalizio per i boiardi tuttora in servizio, i quali percepiranno una
pensione, computata sulle retribuzioni fissate dal Governo Monti, solo a
decorrere dall’entrata in vigore del decreto “salva Italia” mentre, per gli anni precedenti, la pensione continuerà ad essere commisurata
alle retribuzioni percepite prima dell’entrata in vigore del decreto “salva Italia”.
Ecco perché mi
piacerebbe che la ormai ex senatrice Bonfrisco, come tutti coloro che l’hanno seguita
nell’approvare questo emendamento, si presentassero agli elettori e ne sollecitassero
il voto solo dopo aver dichiarato, però, di essere i responsabili di questo atto
scandaloso.
Certamente il mio voto
non lo avrebbero mai e poi mai !
Questo, però, è solo un
esempio !
Occorrerebbero,
infatti, centinaia di pagine per ricordare tutte le sconcezze votate dai
parlamentari di ogni partito, ed altrettante centinaia di pagine per menzionare
i provvedimenti meritevoli bocciati invece dal loro voto contrario.
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