Ormai mancano solo 35 giorni alla apertura dei seggi e, nella campagna
elettorale, a predominare è l’assenza di chiare indicazioni sui programmi che le
formazioni politiche dovrebbero proporre agli elettori.
È una campagna elettorale rissosa, imbastita con dissertazioni
prive di prospettiva politica ma straripanti di livore, e questo a dispetto della
preoccupante situazione economica e sociale del Paese.
Da sinistra a destra sembrano dei tarantolati, tutti ossessionati dalla frenesia
di scagliare i loro attacchi contro Monti e la sua coalizione, come se il
Professore fosse l’unico avversario.
Ed i tarantolati non si rendono conto che, così facendo, portano fieno
in cascina per Monti.
A tener banco, infatti, è quasi esclusivamente l’operato del governo
tecnico che, come sostengono i politicanti di ogni colore, sarebbe all’origine
di tutte le disgrazie dell'Italia.
Si ha quasi l’impressione che sull’Italia, il 16 novembre 2011, si sia abbattuto
all'improvviso un ciclone devastante che ha distrutto un paradiso terrestre, nel
quale il popolo italico se la godeva in letizia e serenità.
Probabilmente, fino a quella data, molti italiani, ma in particolare la
classe politica, hanno vissuto in uno stato di letargo, per decenni, non
rendendosi conto di quello che accadeva intorno a loro.
Eppure, proprio ieri, il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenendo
a Cervia si è detto preoccupato perché dal 2007 il nostro Paese ha persi 7
punti percentuali di PIL, l’attività manifatturiera ha subito un calo del 25%,
e l’occupazione si è impoverita di 567.000 posti di lavoro.
Dove erano in questi anni i nostri politicanti ?
Di cosa s’interessavano i nostri governanti ?
Verosimilmente hanno dormito sonni profondi per svegliarsi, di
soprassalto, solo nel novembre 2011 quando, colti dal panico, hanno sbolognato
il timone del Paese nelle mani di Monti votando, disciplinati, tutti i
provvedimenti che il Professore ha sottoposti loro.
La preoccupazione che l’Italia potesse fare la fine della Grecia, ed il rischio
di commissariamento che si poteva leggere tra le righe della lettera inviata
dalla BCE all’allora premier Berlusconi, il 5 agosto 2011, ha gettata la classe
politica nel panico.
Proprio per questo lascia perplessi assistere oggi, al masochismo con cui
i politicanti di quella stramba maggioranza patchwork, che ha sostenuto il
governo Monti, sconfessino gli stessi provvedimenti votati da loro.
Davvero
una deprimente e mortificante campagna elettorale.
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