Chiariamo subito, a
scanso di equivoci, che i due avvocati di Berlusconi non hanno nulla a che
vedere né con gli “impresentabili” del
PdL e neppure con il latitante Fabrizio Corona, ma semplicemente loro si sono dichiarati irreperibili, fino al 26
febbraio, perché essendo candidati PdL sarebbero impossibilitati a partecipare alle udienze processuali.
Con questa giustificazione fasulla Ghedini e Longo considerano inconciliabili gli impegni della
campagna elettorale con la loro attività professionale.
Così, dopo che il
Tribunale, giorni fa, aveva respinta la loro istanza di sospendere il processo Ruby,
perché l’imputato Berlusconi sarebbe indaffarato a preparare le elezioni, ecco che
i due marpioni sono tornati alla carica, con questo nuovo stratagemma
dilatorio, minacciando di rimettere il mandato se la Corte non avesse accolta
la loro richiesta di sospendere il processo.
Il lampante obiettivo è
ancora una volta quello di evitare che il Tribunale giunga a sentenza, a carico
dell’imputato Berlusconi, prima delle elezioni politiche.
Questa volta l’hanno spuntata grazie
alla benevolenza della Corte che ha modificato il calendario delle udienze, di
modo che si arrivi a sentenza solo dopo la consultazione elettorale
Ora, a parte il fatto
che ieri, quando hanno presentata la loro richiesta al Tribunale, le liste del
PdL non erano state ancora depositate, per cui le candidature di Ghedini e
Longo non esistevano ma rappresentavano solo una eventualità, è lecito
domandarsi quale sia la coscienziosità deontologica di questi due legali.
Ad esempio, se, per
ipotesi, invece di patrocinare Berlusconi, Ghedini e Longo fossero stati i
difensori di un povero cristo, rinchiuso nelle patrie galere, avrebbero preteso
dal loro assistito di prolungare per oltre due mesi il suo soggiorno in carcere solo perché loro sarebbero stati più interessati alla campagna elettorale che a
farlo assolvere ?
Semplicemente
scandaloso ed intollerabile !
Tra l’altro, proprio
Niccolò Ghedini, già deputato PdL nella legislatura che sta per concludersi, ha
dato prova contraria nei cinque anni del mandato parlamentare, dedicandosi più
alla sua attività di avvocato che non a quella politica, come dimostra il
suo assenteismo, dai lavori parlamentari, che è risultato del 81,21%, un bel
record !
Ciò nonostante, però, mentre
lui era assorbito dalla sua redditizia professione forense, lo Stato gli liquidava
regolarmente i compensi di parlamentare alla faccia di tutti i contribuenti
italiani.
E poi c’è ancora chi,
con impudenza, osa domandarsi perché i cittadini italiani, nei confronti della
classe politica siano così incazzati e disgustati ?
Qualcuno
s’illude davvero che sia sufficiente il vago maquillage delle liste
elettorali per riconciliare con la politica gli italiani più avveduti ?
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