martedì 22 gennaio 2013

Ghedini e Longo sono … latitanti


Chiariamo subito, a scanso di equivoci, che i due avvocati di Berlusconi non hanno nulla a che vedere né con gli “impresentabili” del PdL e neppure con il latitante Fabrizio Corona, ma semplicemente loro si sono dichiarati irreperibili, fino al 26 febbraio, perché essendo candidati PdL sarebbero impossibilitati a partecipare alle udienze processuali.
Con questa giustificazione fasulla Ghedini e Longo considerano inconciliabili gli impegni della campagna elettorale con la loro attività professionale.
Così, dopo che il Tribunale, giorni fa, aveva respinta la loro istanza di sospendere il processo Ruby, perché l’imputato Berlusconi sarebbe indaffarato a preparare le elezioni, ecco che i due marpioni sono tornati alla carica, con questo nuovo stratagemma dilatorio, minacciando di rimettere il mandato se la Corte non avesse accolta la loro richiesta di sospendere il processo.
Il lampante obiettivo è ancora una volta quello di evitare che il Tribunale giunga a sentenza, a carico dell’imputato Berlusconi, prima delle elezioni politiche.
Questa volta l’hanno spuntata grazie alla benevolenza della Corte che ha modificato il calendario delle udienze, di modo che si arrivi a sentenza solo dopo la consultazione elettorale
Ora, a parte il fatto che ieri, quando hanno presentata la loro richiesta al Tribunale, le liste del PdL non erano state ancora depositate, per cui le candidature di Ghedini e Longo non esistevano ma rappresentavano solo una eventualità, è lecito domandarsi quale sia la coscienziosità deontologica di questi due legali.
Ad esempio, se, per ipotesi, invece di patrocinare Berlusconi, Ghedini e Longo fossero stati i difensori di un povero cristo, rinchiuso nelle patrie galere, avrebbero preteso dal loro assistito di prolungare per oltre due mesi il suo soggiorno in carcere solo perché loro sarebbero stati più interessati alla campagna elettorale che a farlo assolvere ?
Semplicemente scandaloso ed intollerabile !
Tra l’altro, proprio Niccolò Ghedini, già deputato PdL nella legislatura che sta per concludersi, ha dato prova contraria nei cinque anni del mandato parlamentare, dedicandosi più alla sua attività di avvocato che non a quella politica, come dimostra il suo assenteismo, dai lavori parlamentari, che è risultato del 81,21%, un bel record !
Ciò nonostante, però, mentre lui era assorbito dalla sua redditizia professione forense, lo Stato gli liquidava regolarmente i compensi di parlamentare alla faccia di tutti i contribuenti italiani.
E poi c’è ancora chi, con impudenza, osa domandarsi perché i cittadini italiani, nei confronti della classe politica siano così incazzati e disgustati ?
Qualcuno s’illude davvero che sia sufficiente il vago maquillage delle liste elettorali per riconciliare con la politica gli italiani più avveduti ?

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